Il futuro dell’agricoltura con la tecnologia idroponica: l’intervista a Edera Farm

Il settore agricolo registra l’utilizzo di circa il 70% delle risorse idriche mondiali, diventando così il primo per consumo di acqua. Sviluppare e investire su tecnologie in grado di ridurne la dispersione diventa quindi una sfida globale. Edera Farm rappresenta un esempio di come si possano ripensare le tecniche produttive attraverso quella che viene conosciuta come “idroponica”. Con Egato 4 Latina abbiamo intervistato il suo fondatore, Alessio Saccocio, per conoscere la storia della start-up e la sua evoluzione.

Edera Farm nasce nel 2021, ma la sua storia comincia prima?

Si. Il progetto nasce sul territorio di Latina nel 2018 con Idroluppolo, la prima start-up europea a produrre luppoli attraverso la tecnologia idroponica. Visto il mercato italiano, in forte crescita durante quegli anni, il nostro obiettivo era quello di trovare un modo di produrre un luppolo (che allora era per il 97% importato) sul nostro territorio in maniera sostenibile. Io e quello che allora era il mio socio, Carlo Muzzi, in quel periodo ricercatore universitario di Tor Vergata, abbiamo iniziato la sperimentazione sulla produzione a idroponica del luppolo grazie alla vittoria di un bando della Regione Lazio, il quale ci ha permesso di noleggiare la prima serra a Terracina.

Da qua siamo cresciuti, realizzando tra i 4 e i 5 impianti in giro per l’Italia e affinando le tecniche di lavorazione sia al chiuso che all’aperto. Ed è così che nell’agosto del 2021 abbiamo ricevuto il primo finanziamento europeo Venture Capital dai nostri attuali partner, Ulixess: loro hanno apprezzato le nostre tecnologie e ci hanno proposto di trasformare la nostra start-up in Edera Farm, utilizzando quindi gli impianti idroponici per tutte le tipologie di piante.

Dopo il finanziamento si sono inoltre prospettate molte opportunità di collaborazione. Una di queste è avvenuta con Siad, Società Italiana Acetilene, grazie alla quale stiamo lavorando per brevettare gas alternativi che possano ridurre l’utilizzo di pesticidi in agricoltura. Inoltre, con l’Università della Sapienza stiamo studiando un modo per utilizzare tali gas per aumentare le difese della pianta.

E poi c’è il tuo brevetto Alessio?

Esattamente. Il REC system, ovvero un sistema innovativo per la produzione di piante a grande e media radicazione. Il focus è quello di andare a sostituire i classici panetti di substrato utilizzati nella tecnologia a idroponica, riducendo quindi gli sprechi dello stesso grazie all’utilizzo della sola acqua.

Ma in cosa consiste la tecnologia idroponica?

L’idroponica è un tipo di tecnologia che permette di coltivare piante riducendo il consumo di acqua e di agrofarmaci. Con essa, infatti, la terra viene sostituita da un substrato di acqua addizionata a nutrienti e ossigeno che circolano nelle radici della pianta permettendo la sua crescita. 
L’idroponica più utilizzata è quella nata negli anni Settanta: questa utilizza 50-60 litri di substrato, il quale non viene però recuperato. La tipologia di idroponica da noi proposta prevede, invece, che le radici crescano direttamente in acqua senza l’impiego di una massiccia quantità di substrato: si sfruttano infatti solo 6 litri, risparmiandone quindi l’80% rispetto alle tecnologie tradizionali.

E grazie alla vostra innovazione quale impatto avete avuto sul risparmio idrico?

Per la produzione di foglia verde (piante aromatiche, basilico e tutto ciò che non fiorisce) abbiamo registrato un 97% di acqua risparmiata in ambiente indoor – controllando quindi temperatura, umidità e luminosità. In ambiente outdoor registriamo tra l’80 e l’85% di acqua risparmiata, anche perché sfruttiamo il sistema a ricircolo che ci permette di riutilizzare l’acqua in eccesso che viene recuperata, ritrattata e immessa nel sistema. Per quanto riguarda invece le piante grandi, quelle da frutto, siamo intorno al 60-65% di acqua risparmiata rispetto alla coltura in campo.

La questione del risparmio e recupero delle acque è centrale: l’idroponica può infatti ridurne l’utilizzo del 97% rispetto all’agricoltura tradizionale. Proprio per questo è importante che questa tecnologia si sviluppi e cresca nel suo utilizzo. Finora in Italia ha rappresentato il fanalino di coda vista la buona qualità del terreno. L’Unione Europea si sta comunque muovendo per evolvere le classiche modalità di agricoltura. E proprio l’Unione Europea ha dato vita a dei bandi chiamati Edogreen per portare queste tecniche all’interno delle scuole.

Anche Edera Farm partecipa a questo progetto coinvolgendo gli studenti italiani.

Si. Stiamo realizzando due impianti idroponici didattici in Sicilia, uno nella provincia di Bari e l’altro ad Isernia. Noi insegneremo ai professori come utilizzare questi tipi di impianti e loro trasmetteranno le conoscenze apprese ai loro alunni.

Quindi offrite consulenza per aziende e agricoltori e didattica per la scuola. Ma c’è anche possibilità di contattarvi per soluzioni domestiche?

I piccoli impianti realizzati per le scuole potrebbero essere in realtà soluzioni ottime anche per l’uso domestico. Ad esempio, per le insalate abbiamo progettato impianti che possono produrre dai trenta ai cinquanta raccolti al mese. Abbiamo, inoltre, impianti che producono frutti in piccole quantità. Per il futuro abbiamo quindi programmato di aprirci al mercato del privato, facendo sì che le famiglie possano acquistare questi impianti per produrre i propri raccolti sul balcone, in casa o nel giardino. Tra l’altro lavoreremo anche su dei videocorsi: sarà quindi possibile comprare le nostre tecnologie e avere un video di spiegazione su come produrre in casa i propri ortaggi.

World Soil Day: l’impatto dell’acqua nella protezione del suolo

Word Soil Day

Il 5 dicembre di ogni anno si celebra il World Soil Day, conosciuto in Italia come Giornata Mondiale del Suolo, una data istituita nel 2014 dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) per ricordare l’importanza di mantenere un suolo in salute per ottenere ecosistemi sani e un benessere umano e animale.

L’edizione 2022 è dedicata alla sensibilizzazione sul grave problema della perdita di nutrienti del suolo, riconosciuto come uno dei maggiori fattori di rischio a livello globale per la sicurezza alimentare e la sostenibilità in tutto il mondo, non a caso è stato scelto per la campagna il nome “Soils, Where food Begins” (Suoli, dove inizia il cibo).

Ma qual è il rapporto tra acqua e suolo?

Il suolo regola il ciclo naturale dell’acqua, filtrandola e depurandola. Questo rappresenta un anello fondamentale del flusso energetico e del ciclo dei nutrienti che contraddistinguono l’ecosistema Terra.
La maggior parte delle funzioni ecologiche ed economiche assicurate dal suolo sono però permesse soltanto se il bacino idrico non viene compromesso.

Tra le minacce che affliggono i suoli, infatti, molte di queste sono dovute all’acqua, sia per motivi ambientali sia per una sua cattiva gestione. Tra i pericoli rappresentati dalla risorsa idrica troviamo, ad esempio:

  • Erosione: dovuta a un’impattante azione dell’acqua che porta gradualmente alla perdita di suolo. Questa può essere accelerata da eventi climatici estremi quali piogge intense o, al contrario, siccità. La conseguenza, oltre alla perdita di porzioni di territorio, è l’innalzamento del livello del mare che può modificare il suolo delle aree costiere o portare contaminanti di origine marina;
  • Salinizzazione: dovuta a un’eccessiva irrigazione, in particolar modo quando le acque sono di scarsa qualità e portano a un accumulo di sali;
  • Inondazioni: dovute a una quantità di acqua in eccesso che non riesce ad essere assorbita dal suolo e finisce inevitabilmente per formare corsi d’acqua pericolosi;
  • Smottamenti: quando un terreno è sovraccarico d’acqua e, aumentando di peso, scivola verso il versante.

I cambiamenti climatici sono in parte causa di questi rischi; ma non solo: a partire dagli anni Cinquanta, infatti, l’umidità del suolo si è fortemente ridotta nell’Europa mediterranea, mentre è aumentata in quella settentrionale. Il calo di umidità può rendere necessaria una maggiore irrigazione dei terreni agricoli e causare una diminuzione dei raccolti, se non addirittura una desertificazione dei suoli con conseguenze drammatiche nella produzione alimentare.

Per poter contribuire a modificare tale situazione è necessario agire nel rispetto delle diverse risorse naturali.

Nel corretto utilizzo del suolo, è necessario partire dai gesti più semplici, evitando il suo inquinamento con scarti e rifiuti. Oltre a queste “piccole” azioni, scienziati e attivisti hanno più volte indicato l’importanza di agire sugli ecosistemi per difenderli e contribuire a ripristinarli attraverso, ad esempio, lo stoccaggio di carbonio organico presente nei suoli della Comunità Europea.

Ma, proprio riguardo all’acqua, è fondamentale ricordare l’importanza di un utilizzo consapevole della risorsa, in particolare nel settore agricolo. Come soluzione ai tradizionali metodi utilizzati in agricoltura, infatti, lo sviluppo di nuove tecnologie rispettose sia del suolo che dell’acqua possono essere un punto di partenza: si pensi ad esempio alla tecnica a idroponica, in cui non si utilizza (o si utilizza in minima parte) il terreno, salvaguardando al contempo l’acqua da un suo sproporzionato sfruttamento.

Nell’utilizzo di entrambe le risorse, tanto dell’acqua quanto del suolo, questa giornata ci ricorda come queste rappresentino un bene pubblico fondamentale per la sopravvivenza. Queste possono essere sfruttate ma non distrutte, per questo chi le utilizza è anche responsabile della loro protezione.

L’acqua come alleato: l’invecchiamento del vino nei fondali marini grazie a Orygini

https://www.egato4latina.it/?p=3936

Attraverso la rubrica “acqua e cultura Egato 4 Latina racconta la storia di quelle realtà che hanno scelto di utilizzare la risorsa idrica in modo innovativo, smart e non convenzionale. Come Orygini, una start-up che ha fatto delle acque marine siciliane le proprie “cantine” in cui sviluppare un nuovo tipo di invecchiamento del vino, quello subacqueo. Ne parliamo con Luca Catania, uno dei tre fondatori e grande appassionato di enologia, tanto da farla diventare parte centrale della propria vita.

Luca, come è nata l’idea di fondare Orygini?

Orygini nasce da tre amici con esperienze professionali completamente diverse: Io mi occupo di comunicazione e marketing, Riccardo Peligra si occupa di finanza e Giuseppe Leone è un ingegnere. Tutti e tre siamo accomunati dalla passione di vini. Proprio per questo, uno di noi si è imbattuto in un articolo che trattava del ritrovamento di alcune casse di Champagne che, rimaste per anni sul fondale marino, inaspettatamente risultavano integre e avevano dato a quest’ultimo un’ottima qualità.
Da questa rivelazione è nata la nostra idea: abbiamo subito pensato di vedere cosa sarebbe accaduto facendo maturare il vino nelle acque della Sicilia. Poi, come il famoso detto, ottimo per il nostro contesto, “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”: l’attività che avevamo in mente non era infatti regolamentata e riuscire a registrare la nostra “cantina” a 48 metri sul fondale marino è risultato molto complicato.

L’affinamento è quindi il punto focale della vostra attività?

Si. Dopo aver selezionato i vini da immergere, prodotti dalle due cantine che collaborano con noi – la Cantina Benanti e la Cantina Passopisciaro – prepariamo le bottiglie per l’immersione e, durante la notte (per evitare sbalzi termici) le trasportiamo al molo dove inizierà il loro viaggio tra le acque siciliane. Il punto di immersione si trova infatti in un’Area marina protetta, quella dell’Isola dei Ciclopi, vicinissima al vulcano Etna. In questi fondali le bottiglie vengono adagiate e rimangono per il periodo di invecchiamento richiesto (normalmente di sei mesi).

L’acqua diventa quindi un vostro alleato: siete l’esempio di come la risorsa idrica possa essere utilizzata in maniera totalmente innovativa.

Assolutamente. Per scoprire cosa accadesse al vino sott’acqua abbiamo contattato l’Università di Catania. Questa ha condotto delle analisi su ogni singolo step. A oggi è in corso il primo studio a livello internazionale sull’invecchiamento dei vini nell’acqua di mare. Questo ci permetterà di creare un protocollo di affinamento subacqueo. In ogni caso, dai dati scientifici e dall’assaggio si può notare come, grazie a questa risorsa, il vino raggiunga un’ottima qualità in un breve lasso di tempo: sembra infatti che il mare, attraverso la temperatura costante, le microfiltrazioni, il buio, l’assenza di rumore e i piccoli movimenti, riesca a invecchiare più velocemente il vino. Un ottimo dato sia per il prodotto che per l’impatto ambientale.

Una caratteristica di questa tecnica è infatti il bassissimo impatto a livello energetico e ambientale.

Sì. Grazie alla temperatura marina che rimane costante (14 gradi), abbiamo trovato il clima ideale che ci permette di evitare l’energia necessaria a refrigerare una qualsiasi cantina. L’impatto è notevole, basti pensare che per 1.000 bottiglie immerse, si risparmiano ben 68 chilogrammi di CO2 rispetto ai tradizionali metodi di affinamento in superficie.

Inoltre, tutto ciò che viene utilizzato nelle cantine in fase di raffreddamento, e che può richiedere l’utilizzo di acqua, viene meno in quanto il fondale marino permette di raggiungere le temperature ottimali senza la necessità di utilizzare strumenti tecnologici appositi. Il che ci permette di avere un risparmio idrico dato da tutti gli strumenti che abbiamo deciso di eliminare nell’affinamento.

E non esiste alcun rischio per quanto riguarda l’ecosistema marino?

Assolutamente no. Agiamo nell’assoluto rispetto delle acque e siamo stati autorizzati dall’Area Marina Protetta, la quale ha verificato che non ci fosse alcun tipo di rischio per l’ecosistema. Il completo rispetto delle acque è infatti tra i nostri obiettivi, per questo ci stiamo muovendo per implementare maggiormente la sostenibilità nella mobilità via mare, che nel prossimo futuro vogliamo rendere completamente green attraverso strumenti di trasporto a idrogeno.

Risparmiare 160 litri di acqua con un lavaggio? L’intervista a Wash Out, l’azienda di Car Care che offre un servizio waterless

Egato 4 Latina ha scelto di raccontare, attraverso la sua rubrica “Acqua e innovazione”, la storia di coloro che ogni giorno operano per permettere la salvaguarda della risorsa idrica grazie a un importante risparmio applicato alla propria attività. Un progetto che permetterà all’Ente di incontrare aziende virtuose, innovatori o start-upper che hanno fatto della sostenibilità il loro motto.

Tra questi anche Wash Out, una start-up nata nel 2016 con l’obiettivo di ridurre l’utilizzo di acqua nel cosiddetto “Car Care”, cioè nella pulizia di automobili private o vetture aziendali. Un impegno che ha raggiunto molte città italiane, fino a sbarcare in Francia, contribuendo a salvare milioni di litri di acqua in pochi anni. Egato 4 Latina ha intervistato intervistato uno dei tre fondatori:

Da dove nasce l’idea di Wash Out?

Wash Out nasce nel 2016 sull’iniziativa di tre fondatori: all’estero per lavoro, ci accorgiamo di una particolare tipologia di lavaggio waterless con prodotti senz’acqua nei parcheggi dei centri commerciali. Decidiamo così di evolvere l’idea in chiave digitale e strutturare il business in Italia, in un mercato all’epoca fermo, puntando sulle potenzialità eco-sostenibili del servizio.
Il percorso di crescita è passato poi dall’incubatore dell’Università Bocconi di Milano e dalla vittoria nel 2018 di B-Heroes (docu-serie dedicata alle start-up innovative Made in Italy); da lì, i primi contatti con Telepass e relativi round di investimento fino ad arrivare all’acquisizione nel 2020, perfettamente in linea con la strategia “Safe & Clean”, dell’azienda di mobilità.

Ma che cosa significa “lavaggio waterless”?

Può sembrare un controsenso, invece è proprio così: con “lavaggio waterless” si intende un tipo di lavaggio con assenza di acqua, la quale viene sostituita da prodotti specifici e, nel nostro caso, attenti al rispetto dell’ambiente.

Possiamo quindi definire il vostro come un servizio di “Car Care” atipico. Ma come funziona esattamente?

Si, il nostro è un servizio di lavaggio e cura completa a domicilio del veicolo (auto e moto), che si rivolge ad utenti privati e clienti del mondo business (dealer e concessionari, flotte aziendali, car sharing). Ciò che lo caratterizza è proprio l’assenza di acqua: utilizziamo, infatti, prodotti waterless specifici per ogni superficie (dalla carrozzeria all’abitacolo fino ai vetri), che fanno “venire a galla” lo sporco, il quale viene poi ripulito con un panno antigraffio in microfibra. La novità passa anche nel digitale: il consumatore potrà infatti prenotare accedendo all’app presente nello store.
Le nostre parole chiave sono quindi innovazione, specializzazione ed eco-sostenibilità, grazie all’approccio waterless e ai nostri prodotti specifici senz’acqua.

Il progetto è sbarcato in altre città italiane, addirittura all’estero: quanti “Washer” lavorano con voi?

Siamo nati nel 2016 a Milano ma ben presto ci siamo ingranditi ed espansi: ad oggi siamo presenti anche a Roma, Torino, Firenze, Bologna e, da inizio 2022, siamo sbarcati sul mercato francese a Parigi, Lione e Nizza.
Il nostro Team si compone di oltre 30 persone nelle varie funzioni aziendali ed oltre 100 Washer, i professionisti specializzati e da noi formati, che erogano il servizio.

Tra i consigli dati al cittadino da Egato 4 Latina, uno dei principali è quello di evitare il lavaggio “casalingo” della propria auto per non sprecare acqua potabile. Ma il vostro tipo di servizio permette un risparmio anche maggiore di quello apportato da un autolavaggio?

Certamente! Il nostro servizio waterless consente un risparmio di circa 160 litri d’acqua per lavaggio, dati calcolati grazie a una ricerca in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Oltre all’aspetto idrico, contribuiamo a ridurre l’impatto in termini di anidride carbonica emessa: grazie ai minori spostamenti dei clienti verso i tradizionali autolavaggi, solo nel 2021 abbiamo “salvato” oltre 6.800 kg di CO2 nelle città in cui siamo attivi.

Approssimativamente, quanta acqua avete risparmiato negli anni?

Nel 2021 abbiamo contribuito a “salvare” oltre 26 milioni di litri d’acqua.
Il numero è in costante aumento, basti pensare che nel 2020 erano stati circa 15 milioni. Riuscendo quindi a espandere la nostra rivoluzione del Car Care in altri paesi potremmo davvero risparmiare un elevata quantità d’acqua!

I volti di Wash Out

COP27: l’acqua al centro con il progetto AWARe

La crisi idrica globale sta attualmente colpendo miliardi di persone in tutto il mondo e si prevede che sarà ulteriormente aggravata dall’aumento della domanda, dal cambiamento della disponibilità idrica e dal crescente impatto di inondazioni e siccità.

Solo attraverso una maggiore cooperazione internazionale può essere data una risposta a queste problematiche, ed è infatti di questo che si è discusso nella sessione di apertura della giornata tematica dell’acqua durante COP27. Un argomento particolarmente rilevante quello dell’acqua, ma non sempre discusso durante le Conference of Parties. L’ospitata egiziana ha aiutato a far emergere il tema: è stato infatti ricordato che le risorse idriche del Paese non potranno soddisfare a lungo i bisogni della sua popolazione in crescita.

Durante l’evento, proprio ricordando come gli scenari climatici futuri prefigurino uno stress idrico estremo, la presidenza di COP27 insieme all’Organizzazione Metereologica Mondiale (WMO) hanno presentato AWARe (Action on Water, Adaptation and Resilience), un’iniziativa per mettere l’acqua al centro della discussione pubblica e promuovere la cooperazione mondiale sulla stesso.

La sfida di AWARe sarà quella di offrire soluzioni di adattamento al cambiamento climatico che siano efficienti per la vita delle persone e del pianeta. Tre gli obiettivi principali del progetto:

  • Diminuire le perdite d’acqua in tutto il mondo e migliorare l’approvvigionamento idrico;
  • Proporre e sostenere l’attuazione di politiche comuni inerenti alla tematica dell’acqua;
  • Promuovere la cooperazione internazionale al fine di raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030, in particolare l’SDG 6 inerente alla risorsa idrica.

Il ministro egiziano per i sistemi idrici e di irrigazione, Hani Sewilam, ha dichiarato: “La crisi idrica globale sta colpendo miliardi di persone in tutto il mondo. L’iniziativa AWARe catalizza la cooperazione inclusiva per l’adattamento all’utilizzo dell’acqua visti i cambiamenti climatici, oltre a una maggiore resilienza“.

Dall’iniziativa verranno quindi concordate misure per: disaccoppiare la crescita economica dall’uso e dal degrado dell’acqua; proteggere e ripristinare gli ecosistemi di acqua dolce; promuovere una gestione sostenibile delle acque reflue; creare strategie igienico-sanitarie e percorsi energetici efficienti.

Inoltre, sarà fondamentale anche il lavoro dedicato allo sviluppo dei sistemi di allerta precoce per eventi meteorologici estremi: “Il 74% di tutti i disastri naturali sono legati all’acqua – ha commentato la Dott.ssa Elena Manaenkova, vicesegretaria generale del World Meteorological Institute – dobbiamo ancora fare molto per aiutare le società e avere strategie efficaci di gestione dei disastri che proteggano le comunità e limitino i rischi legati al clima“.

Il Pan African Centre For Climate Policy, ospitato dall’Egitto, garantirà il principale meccanismo di attuazione e si concentrerà sulle principali attività e azioni di AWARe, tra cui finanza, tecnologia e sviluppo.

EGATO 4 Latina lancia la pagina “Consigli al Cittadino”: uno spazio interattivo per imparare divertendosi

L’acqua è un bene rinnovabile, ma non inesauribile per questo EGATO 4 Latina ha lanciato la sua nuova pagina web dedicata al rispetto della risorsa idrica, uno spazio interattivo dove l’utente potrà seguire i suggerimenti dell’Ente divertendosi. Accedendo alla sezione “consigli al cittadino”, EGATO 4 Latina invita infatti a scoprire quali azioni applicare per ottenere un importante risparmio di acqua. Per farlo utilizza un format del tutto innovativo in cui l’utente può muoversi virtualmente tra gli spazi di una casa intercettando, in ogni stanza, numerosi consigli: dall’utilizzo degli elettrodomestici all’acquisto di cibo, fino ai suggerimenti per il proprio giardino, tutto è all’insegna del risparmio idrico.

Inoltre, la pagina è pensata anche per i più piccoli che, dopo aver memorizzato i consigli, potranno cimentarsi nel quiz finale per scoprire quale tra i tre personaggi “H2O” li rappresenti: il “super H2O defender” per i maestri del risparmio; il “very normal H2O” per gli allievi alle prime armi; il “bad bad H2O” per coloro che avranno bisogno di un ennesimo ripasso!

Spiega Gerardo Stefanelli, Presidente di EGATO 4 Latina “Siamo entusiasti di promuovere una pagina interamente dedicata al risparmio idrico, ogni azione quotidiana ha un importante impatto, per questo abbiamo voluto condividere alcuni semplici consigli attuabili da tutti i cittadini. È un’idea formativa e allo stesso tempo ludica, pensata anche per i più piccoli che all’interno del sito potranno imparare giocando”.

Tariffe Idriche, Stefanelli: “Un Percorso Per Aiutare Le Fasce Deboli e Recuperare La Morosità”

“Non possiamo più consentire che l’elevata percentuale di morosità incida così pesantemente sulla tariffa idrica penalizzando tutti i contribuenti in maniera indistinta. L’Ato 4 è quindi intenzionata a individuare forme di aiuto per quegli utenti che stanno vivendo realmente un momento di difficoltà economica e non riescono a pagare le bollette e avviare un serio piano di recupero degli arretrati per coloro che invece sono in grado di ottemperare”. Lo dichiara il presidente della Provincia e Presidente di Ato 4 Gerardo Stefanelli preannunciando l’avvio di un percorso finalizzato a fornire al gestore del servizio idrico integrato – Acqualatina tutti gli strumenti necessari sia dal punto di vista commerciale che tecnico per recuperare la forte morosità.

“Rispetto agli strumenti per migliorare i rapporti con le associazioni dei consumatori e i cittadini messi in campo negli ultimi mesi attraverso rinnovate modalità di informazione e comunicazione intendiamo fare un ulteriore passo avanti finalizzato anche a ricucire il rapporto non facile tra gestore e utenti – continua Stefanelli – attivando una serie di passaggi di tipo operativo. Sul fronte commerciale deve cambiare l’approccio di Acqualatina nei confronti di quei soggetti morosi che versano indiscutibilmente in condizioni economiche difficili: bisogna quindi ipotizzare piani graduali di rientro e deroghe. Contemporaneamente l’Ato deve mettere in condizione il gestore di avviare un recupero dei crediti rispetto ai soggetti che invece sono in grado di pagare”.

“Se fino a oggi – ricorda il presidente della Provincia – la morosità è stata caricata su tutti gli utenti l’attuale sistema non lo consente quindi è necessario utilizzare tutti gli strumento che abbiamo a disposizione non ultimo l’utilizzo dei contatori intelligenti che consentono la telelettura da parte del gestore e anche l’interruzione del flusso idrico nei casi di morosità”.

Progetto NAWAMED, la Provincia al lavoro su scala internazionale

progetto-nawamed-la-provincia-al-lavoro-su-scala-internazionale

C’era anche il Presidente della Provincia di Latina Gerardo Stefanelli alla conferenza internazionale organizzata da NAWAMED dal 3 al 5 ottobre scorsi, un evento che ha visto così concretizzarsi il lavoro della Provincia, impegnata da diversi anni nella tutela e riutilizzo delle risorse idriche.

L’evento è stato realizzato nell’ambito di NAWAMED, progetto europeo che, con un budget di oltre 3 milioni di euro, è volto a promuovere l’applicazione di tecnologie e misure innovative, sostenibili, a basso costo per l’utilizzo di risorse idriche non convenzionali a fini domestici. ENI CBC MED è la più grande iniziativa di cooperazione multilaterale e transfrontaliera in termini finanziari (209 milioni di euro) e di numero di Paesi coinvolti (14 di cui 7 della sponda sud: Algeria, Cipro, Egitto, Francia, Giordania, Grecia, Israele, Italia, Libano, Malta, Palestina, Portogallo, Spagna e Tunisia) promossa dall’Unione Europea all’interno della Politica di Vicinato. E’ stata Siracusa ad ospitare il meeting che per tre intere giornate ha animato la città con workshop, visite ai progetti pilota, dibattiti e vernissage per dare voce ai temi della circolarità, del riuso sostenibile e della resilienza delle risorse idriche. Si è trattato soprattutto di un evento di networking che ha visto la partecipazione attiva di esperti, moderatori, relatori e stakeholder arrivati da tutto il bacino del Mediterraneo con la volontà di divulgare, proporre e discutere in tavoli di lavoro multidisciplinari le buone pratiche di riuso ed efficientamento delle risorse idriche, già testate nei progetti europei di cui si fanno portavoce.

La Provincia di Latina è ente capofila del progetto di cooperazione nel Mediterraneo NAWAMED sulle buone pratiche per il riuso delle acque tra cui l’idea, mostrata a Siracusa, di una parete di una scuola sulla quale installare un innovativo sistema verde in grado di trattare le acque reflue che vengono così recuperate per il loro riutilizzo realizzato in una scuola di Ferla in Sicilia, con l’obiettivo di promuovere le Nature Based Solutions per il riuso delle acque grigie. Sono state numerose le buone pratiche presentate dagli enti istituzionali e di ricerca provenienti dai Paesi del Mediterraneo sul tema della gestione idrica e riuso, sia a livello urbano sia rurale. D’altronde proprio la siccità di questa estate ci ha tristemente messo di fronte alla realtà dei cambiamenti climatici che stanno affliggendo in maniera crescente l’Europa e il Mediterraneo. Le soluzioni e i casi esemplari, capaci di rispondere alle necessità di adattamento che il prossimo futuro ci imporrà, esistono ma vanno spiegati per capirne in maniera concreta il funzionamento e l’applicazione. Acque grigie, acque reflue, acque di pioggia raccolte localmente: cosa sono? Cosa vuol dire riutilizzarle? Le potenzialità per queste risorse sono notevolissime. E proprio l’evento di networking ha voluto creare un ponte tra il mondo della ricerca e il territorio. Ed è stato infatti strutturato in modo da integrare sessioni formative, momenti di confronto dinamico, discussioni strategiche e intrattenimento informale.

Soddisfatto dell’evento il Presidente della Provincia di Latina Stefanelli intervenuto nella giornata conclusiva della conferenza “Il nostro territorio a vocazione prettamente agricola – ha detto il presidente Stefanelli , riferendosi al territorio pontino ma più in generale al contesto italiano – subisce ricadute particolarmente pesanti dal punto di vista economico e sociale nei periodi di siccità. La Provincia di Latina come capofila del progetto NAWAMED si impegna da diversi anni nella tutela delle risorse idriche e nella promozione delle Nature Based Solutions per il recupero delle acque grigie domestiche, ben conscia della loro crescente importanza come buona pratica, altamente innovativa, per rispondere alle emergenze idriche dei prossimi anni“. Per NAWAMED, la Provincia di Latina opera con un partenariato composto da Centro Euromediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile – Svi.med, IRIDRA, Environmental Water Agency maltese, American University of Beirut, CERTE l’istituto di ricerca tunisino per l’acqua e il dipartimento di Ingegneria della University of Jordan di Amman.

Secondo Fabio Zaccarelli, PM del progetto presso la Provincia di Latina, è proprio grazie a questo partenariato di eccellenza che “il progetto NAWAMED riesce a catalizzare l’attenzione internazionale e a raggiungere importanti risultati di divulgazione sull’uso delle risorse non convenzionali per il recupero delle acque grigie.” Zaccarelli, come rappresentante della Provincia di Latina, ha infine espresso tutto il suo entusiasmo per il lavoro svolto come ente capofila in qualità di promotore dell’iniziativa. In un futuro molto vicino, e nelle parole di Germana Di Falco del Dipartimento delle Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, tutto starà nel capitalizzare i risultati dei progetti di qualità. “È un affare che riguarda tutti noi – ha detto Di Falco – se davvero vogliamo costruire la ripresa e la resilienza. Le politiche idriche non solo sono al centro di tutta la politica di coesione 2021 2027 ma funzionano da tessuto connettivo potente tra Next Generation EU e tutte le politiche che l’Europa sostiene con le altre risorse di bilancio. Eventi come questo ci aiutano a capire in che direzione andare, come integrare fondi e strategie, senza duplicare in modo insensato gli investimenti e massimizzando il ritorno delle risorse comunitarie che utilizziamo per la crescita e lo sviluppo sostenibile”.

Ricchissimo il parterre dei partecipanti alla conferenza del programma NAWAMED in rappresentanza delle proprie istituzioni, tra cui la Presidenza del Consiglio dei Ministri italiano, l’European Institute of Innovation & Technology (EIT), la Global Water Partnership (GWP) , l’Union for the Mediterranean (UfM), il Mediterranean Water Institute (IME), Associazione Nazionale delle Bonifiche, delle Irrigazioni e dei miglioramenti fondiari (ANBI), MedCities, il Mediterranean Youth for Water (MedYWat), il Climate Change Mediterranean Center (CCMC), l’European Federation of National Associations of Water Services, International Center for Advanced Mediterranean Agronomic Studies – Mediterranean Agronomic Institute of Bari (CIHEAM – BARI), Mediterranean Network of Basin Organisations, oltre all’Università di Catania, l’Università di Bologna, ARCA Consorzio Universitario di Palermo, l’Università di Sassari, il Politecnico di Torino, il Centre for Water Research and Technologies di Tunisi, l’American University di Beirut, l’University of Jordan, il Centre for Research and Technology greco, la National Technical University di Atene, il Palestinian Wastewater Engineers Group, la Confederation of Egyptian European Business Associations.

No Plastic Bag Day: il 12 settembre sensibilizza all’eccessivo utilizzo di plastica

Il 12 settembre si celebra il No Palstic Bag Day, la giornata mondiale senza sacchetti di plastica. 

Istituita nel 2009 da The Marine Conservation Society, la giornata mira a sensibilizzare i cittadini sui danni provocati dalla dispersione della plastica, incentivando l’utilizzo di materiali alternativi – in particolar modo per quanto riguarda le plastic bag

Secondo i dati diffusi dall’Unione Europea, in Europa ogni anno vengono prodotte più di 100 miliardi di borse di plastica, le quali generano circa 25 milioni di tonnellate di rifiuti. Meno del 30% di queste viene però raccolto e riciclato, finendo in buona parte in discarica dopo un ciclo di vita molto breve – si stima, infatti, che l’utilizzo medio di un sacchetto di plastica sia di circa 12 minuti, al termine del quale viene buttato via. In compenso, gran parte dei sacchetti continua a esistere e, se non biodegradabili, possono impiegare più di 30 anni prima di decomporsi. 

Da sottolineare in questa giornata è la gravità dei danni che questo processo può causare: secondo il WWF, ogni anno 150 milioni di tonnellate di plastica vengono disperse negli oceani. Il mediterraneo conta 570 mila tonnellate – ovvero più di 30 mila sacchetti di plastica buttati in mare ogni minuto. 

Questo ha un impatto non solo sull’ambiente, ma anche sul suo ecosistema e sulla salute dei suoi abitanti. Si stima infatti che l’ingestione di plastiche sia stata accertata in più di mille specie animali, risalendo tutti i gradini della catena alimentare: partendo dagli invertebrati fino ai predatori, incluso l’uomo. 

La giornata mira quindi a cambiare il trend dei consumi, ponendo un accento sulla necessità di abbandonare la plastica per soluzioni maggiormente sostenibili e, di conseguenza, più sane per la nostra salute.  

Come poter fare? La soluzione più semplice è quella di abbandonare i sacchetti di plastica monouso, prediligendo quelli riutilizzabili di stoffa o compostabili. 

Ma questo non basta. Ecco per questo alcuni consigli per iniziare ad adottare buone abitudini: 

  • Riutilizza i sacchetti di plastica: non gettarli, ma usali come contenitori per il riciclo; 
  • Preferisci cibo fresco a quello confezionato in buste di plastica;
  • Preferisci il vetro: è un materiale più sostenibile rispetto alla plastica e facilmente sterilizzabile; 
  • Durante le tue passeggiate non buttare bottiglie e involucri di plastica dove capita, ma utilizza gli appositi bidoni; 
  • Anche durante il No Plastic Bag Day non dimenticare di utilizzare materiale compostabile, borracce di alluminio al posto delle bottigliette e ricicla tutto il riciclabile; 
  • Partecipa alle iniziative locali di raccolta della plastica in spiaggia, campagna e nelle città. 

Ricorda: ogni tua azione può aiutare a salvare l’ambiente. 

Finanziato con 40 milioni di euro il progetto PNRR EGATO 4 Latina

Il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili ha ammesso e finanziato il progetto per il recupero delle perdite.

Stefanelli: “Grande soddisfazione, una sfida vinta contro lo scetticismo di molti”

Il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili ha comunicato con nota ufficiale l’esito dell’“Avviso pubblico per la presentazione delle proposte per interventi finalizzati alla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti a valere sulle risorse del PNRR-M2C4-I4.2”.

Il progetto presentato dall’EGATO 4 Latina dal titolo “Global Water Evolution: l’ottimizzazione del Sistema Idrico Integrato dell’ATO 4 – Lazio meridionale” ha ottenuto il finanziamento di 40.274.800,90 di euro, rientrando quindi tra i soli 21 progetti ammessi e finanziati sui 119 presentati in tutta Italia.

“Siamo molto soddisfatti del finanziamento, è una grande vittoria per tutto il nostro territorio e per i nostri cittadini. Ancor di più perché in pochi ci credevano – ha dichiarato il presidente di EGATO 4 Latina Gerardo Stefanelli – Questo risultato è la prova che le cose possono cambiare, soprattutto se si mettono da parte inutili polemiche e si lavora di squadra.”

“Gli uffici del Ministero – aggiunge Stefanelli – si sono resi conto della qualità del progetto che abbiamo presentato tanto che, al di là della comunicazione ufficiale con cui ci hanno informato di aver ottenuto uno dei punteggi massimi, abbiamo ricevuto una telefonata informale in cui ci hanno fatto i complimenti per il grado di innovazione delle azioni che andremo a realizzare”.

Il progetto di EGATO 4 Latina, infatti, ha ottenuto il punteggio di 29,40, risultando 11° a livello nazionale su 119 progetti, e soprattutto ha ottenuto uno dei finanziamenti in assoluto più alti.

“I fondi del PNRR ci permetteranno di condurre il nostro servizio idrico verso la digitalizzazione e la sostenibilità: abbiamo in mente il modello delle smart cities. Inoltre, il vero obiettivo ambizioso riguarda il recupero delle perdite. La situazione attuale vede un volume disperso pari al 71%; con l’accesso ai fondi del PNRR contiamo di scendere fino al 45% entro il 2032, avvicinandoci sensibilmente agli obiettivi stabiliti da ARERA. Con questa strategia innoviamo, miglioriamo il servizio e permettiamo agli utenti di risparmiare sensibilmente”.

Il piano degli interventi incluso nel progetto “Global Water Evolution: l’ottimizzazione del Sistema Idrico Integrato dell’ATO 4 – Lazio meridionale”, per un valore complessivo di 54.109.360,90 di euro, prevede:

  1. Rilievo e digitalizzazione su sistema informativo geografico (GIS).
  2. Implementazione del progetto “Digital Water” (DW), un progetto di innovazione tecnologica della piattaforma informatica per l’asset management delle reti e perdite idriche.
  3. Realizzazione del progetto di Smart Metering (SM).  
  4. Modellazione e progettazione idraulica: distrettualizzazione permanente, gestione delle pressioni ed infine di risanamento delle condotte idriche.
  5. Distrettualizzazione delle reti distributrici (DM, district metering).
  6. Gestione della pressione (GP).
  7. Controllo attivo delle perdite (C.A.P.), ricerca e riparazione perdite occulte e monitoraggi di reti e condotte.
  8. Lavori di risanamento condotte con scavo e senza scavo (tecnologie NO DIG TOC e Pipecare).
  9. Progetto di Recupero Dispersioni Amministrative (RDA) per il recupero di una dei consumi illegali, mediante l’analisi incrociata di banche dati, e attività di verifica in campo. “Nelle prossime settimane – conclude l’ingegner Umberto Bernola di EGATO 4 Latina – informeremo attraverso il nostro sito web circa l’evolversi di tutti gli interventi, così da rendere i soggetti interessati e gli utenti parte attiva del processo di innovazione ed efficientamento del Sistema Idrico Integrato”.