Acqua in bottiglia o del rubinetto: qual è la scelta migliore?

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Negli ultimi anni, il dibattito sull’acqua in bottiglia rispetto a quella del rubinetto si è intensificato, specialmente a causa delle crescenti preoccupazioni legate all’ambiente e alla salute. L’Italia è uno dei paesi con i maggiori consumi di acqua in bottiglia al mondo. Ma quale opzione è veramente la migliore?

Il consumo in Italia

Secondo l’ISTAT, nel 2022, ogni italiano ha consumato in media 206 litri di acqua in bottiglia all’anno, una cifra significativamente alta rispetto ad altri paesi europei. Ma perché gli italiani continuano a preferire l’acqua in bottiglia?

Uno dei motivi principali risiede nella percezione che sia più sicura e abbia un gusto migliore rispetto a quella del rubinetto. Questa convinzione è spesso legata a una scarsa fiducia nei controlli sulla qualità delle acque pubbliche, nonostante queste siano soggette a rigorosi controlli sanitari. Il Ministero della Salute e le autorità locali monitorano costantemente la qualità dell’acqua del rubinetto, garantendo la conformità ai parametri stabiliti dalle normative europee.

La qualità dell’acqua del rubinetto

Nonostante la diffusa percezione che l’acqua in bottiglia sia migliore, circa il 75% degli italiani riconosce la qualità dell’acqua della propria rete. La maggior parte delle risorse idriche potabili in Italia proviene da falde sotterranee protette, che garantiscono sia la purezza che la sicurezza. Tuttavia, solo il 29% della popolazione sceglie di bere acqua del rubinetto, evidenziando una discrepanza tra la consapevolezza della qualità e le abitudini di consumo.

L’impatto ambientale dell’acqua in bottiglia

Un aspetto cruciale nella scelta dell’acqua sono le ripercussioni che può avere sull’ambientale. L’acqua in bottiglia ha un impatto maggiore rispetto a quella del rubinetto, principalmente a causa della plastica utilizzata e dell’energia necessaria per produzione e trasporto. Al contrario, quella del rubinetto ha un’impronta ecologica molto più contenuta, poiché viene distribuita localmente tramite una rete idrica esistente.

La differenza nei costi

Considerando che una famiglia italiana media consuma circa 200 litri di acqua al mese solo per bere, il risparmio economico permesso dall’acqua del rubinetto può essere significativo. Quest’ultimo, infatti, ha un costo stimato di circa 0,0015 euro al litro, a fronte di un prezzo che varia da 0,20 a 0,50 euro per l’acqua in bottiglia.

In conclusione: quale acqua scegliere?

La scelta dipende da vari fattori, come la percezione personale della qualità, i costi e la consapevolezza ambientale. Tuttavia, i dati mostrano chiaramente che l’acqua del rubinetto è sicura, economica e ha un impatto ambientale significativamente minore rispetto all’acqua in bottiglia. In definitiva, bere acqua dal rubinetto rappresenta la scelta più sostenibile, senza compromessi sulla qualità e sulla sicurezza.

Fast Fashion: qual è l’impatto che ha la moda sulle risorse idriche?  

Fast fashion

L’industria della moda, in particolare quella del fast fashion ha un impatto significativo sull’ambiente e soprattutto sulle risorse idriche globali. Ogni anno tonnellate di acqua vengono usate per produrre vestiti a basso costo, alimentando un modello di consumo non più sostenibile per il nostro pianeta. 

Ma qual è il vero impatto che ha l’industria della monda sulle risorse idriche? 

Il consumo di acqua nel fast fashion 

Il fast fashion, anche detto “moda veloce” si basa su cicli di produzione rapidi e volumi elevati di indumenti prodotti, il che implica un enorme consumo di acqua. Secondo le stime, per produrre una singola maglietta sono necessari 2.700 litri d’acqua, mentre la produzione di un paio di jeans può richiedere fino a 10.000 litri. Anche i processi di tintura di un capo richiedono migliaia di litri di acqua oltre a sostanze chimiche che contaminano le riserve idriche.   

Inoltre, la maggior parte del cotone mondiale viene coltivato in paesi come la Cina, India, Pakistan e Brasile dove l’acqua dolce è già una risorsa limitata.  

Smaltimento dei rifiuti tessili e inquinamento idrico 

 Il fast fashion ha un impatto devastante sulle risorse idriche, non solo per l’enorme consumo d’acqua richiesto durante la produzione, ma anche per l’inquinamento causato dallo smaltimento inadeguato dei rifiuti tessili.

Gli indumenti accumulati nelle discariche illegali come quelle nel deserto di Atacama e a Dandora, una volta inceneriti rilasciano microfibre sintetiche e sostanze chimiche tossiche che si infiltrano nel terreno, contaminando le falde acquifere e compromettendo la qualità dell’acqua rendendola dannosa per gli ecosistemi locali. Inoltre, l’inquinamento delle risorse idriche può anche ridurre la disponibilità di acqua pulita per l’irrigazione e l’agricoltura, creando ulteriori problemi per le comunità locali e la loro sicurezza alimentare.

Ma in che altro modo si possono rilasciare le microplastiche nell’ambiente?  

L’impatto del lavaggio dei tessuti sintetici 

Gli indumenti del fast fashion sono principalmente composti da poliestere e altri materiali sintetici. Questi sono i primi responsabili delle microplastiche rilasciate nell’ambiente. Si stima che un singolo lavaggio può rilasciare fino a 700.000 microfibre che finiscono negli oceani e successivamente nella catena alimentare. L’industria del fast fashion, basata su prezzi bassi e poca qualità, promuove numerosi primi lavaggi. Di conseguenza, si stima che nei fondali marini siano presenti oltre 14 milioni di tonnellate di microplastiche che danneggiano la salute umana in secondo luogo.  

Soluzioni sostenibili per ridurre l’impatto idrico e ambientale 

Per affrontare l’impatto idrico del fast fashion è fondamentale promuovere alcune soluzioni sostenibili:  

  • Acquisti consapevoli: acquistare meno e puntare su capi di buona qualità, che durano nel tempo e contrastano le logiche della produzione intensiva dell’industria del fast fashion. 
  • Materiali sostenibili: preferire tessuti che richiedono meno acqua durante la produzione come il cotone biologico, il lino o materiali riciclati.  
  • Lavaggi meno frequenti: lavare i capi meno frequentemente e a basse temperature riduce il rilascio di microplastiche dai tessuti. Usare sacchetti per il bucato può aiutare a trattenere le microfibre.  
  • Riciclo e riuso: il riciclo e il riuso dei capi aiuta a ridurre i rifiuti tessili e l’inquinamento delle acque. È bene quindi favorire l’acquisto di capi di seconda mano piuttosto che capi fast fashion.  
  • Ridurre i rifiuti tessili: smaltire correttamente i vestiti ma soprattutto donare quelli che non si utilizzano più, riduce l’accumulo dei rifiuti tessili.  

Ognuno di noi può fare la propria parte per ridurre l’impatto sull’acqua e sull’ambiente. Scegliere una moda sostenibile e consapevole contribuisce a tutelare le risorse idriche per le generazioni future.  

Giornata Mondiale del Monitoraggio delle Acque: l’importanza di proteggere le nostre risorse idriche 

Monitoraggio acque

La Giornata Mondiale del Monitoraggio delle Acque, celebrata ogni anno il 18 settembre, è un evento globale che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della qualità e della gestione delle risorse idriche.  

Promossa per la prima volta nel 2003 dall’America’s Clean Water Foundation, questa giornata offre un’opportunità unica per evidenziare il ruolo cruciale che il monitoraggio delle acque svolge nel mantenere sano il nostro pianeta e le sue risorse.  

Egato, come ente provinciale, si sente parte di questo processo.  

Ma qual è il suo ruolo e cosa si intende per “monitoraggio delle acque”?  

Cos’è il Monitoraggio delle Acque? 

Il monitoraggio delle acque prevede la raccolta e l’analisi di dati relativi a parametri fondamentali per determinare la qualità dell’acqua, come il pH, la presenza di contaminanti chimici o biologici, e il livello di ossigeno disciolto.  

Queste informazioni permettono di comprendere lo stato di salute di fiumi, laghi, mari e falde acquifere, e di agire per preservare le risorse idriche in modo sostenibile. Il monitoraggio è essenziale non solo per prevenire l’inquinamento, ma anche per garantire l’accesso sicuro all’acqua potabile e proteggere gli ecosistemi naturali. 

Perché il Monitoraggio delle Acque è Fondamentale? 

Il monitoraggio delle acque è vitale per proteggere le nostre risorse idriche da minacce crescenti come l’inquinamento e il cambiamento climatico. L’inquinamento da plastica, metalli pesanti e sostanze chimiche può compromettere gravemente la qualità dell’acqua e la salute degli ecosistemi.  

Per esempio, le falde acquifere e i fiumi locali sono spesso a rischio a causa dell’agricoltura intensiva, delle attività industriali e dell’inquinamento urbano. Il monitoraggio permette di individuare e affrontare tempestivamente queste problematiche, proteggendo la salute pubblica e garantendo un accesso sicuro all’acqua potabile. 

Inoltre, cambiamenti climatici, come la siccità e le inondazioni, alterano i cicli naturali dell’acqua, aggravando la scarsità delle risorse e compromettendo la qualità dell’acqua disponibile. In questo contesto, il monitoraggio diventa uno strumento chiave per rilevare in anticipo eventuali cambiamenti negli ecosistemi idrici e attuare misure preventive efficaci. 

L’Importanza del Monitoraggio delle Acque per Egato 

Per un ente come Egato 4, che svolge un ruolo cruciale nella gestione del Sistema Idrico Integrato (S.I.I.), la Giornata Mondiale del Monitoraggio delle Acque assume un valore ancora più significativo.  

Il compito dell’Ente, tra le altre cose, è anche garantire che l’acqua utilizzata dai cittadini sia sempre sicura e di qualità, monitorando costantemente le risorse idriche locali e intervenendo in caso di problemi.  

 Questo lavoro permette di prevenire criticità legate all’inquinamento idrico e assicura una gestione efficiente e trasparente del servizio idrico per i cittadini. 

Calcare nell’acqua: mito o minaccia per la salute? 

calcare

Il calcare è un deposito di minerali, principalmente costituito da carbonato di calcio e magnesio, che si forma naturalmente quando l’acqua dura evapora o viene riscaldata.  

L’acqua dura è ricca di questi minerali, che vengono disciolti durante il suo percorso attraverso strati di calcare. Il calcare è molto comune nelle aree dove l’acqua ha un elevato contenuto di minerali, e può lasciare segni visibili su superfici come rubinetti, lavandini e bollitori.

Ma che risvolto ha sulla nostra salute?

Il Calcare è nocivo per la salute umana? 

Una domanda frequente è se l’acqua contenente calcare, ovvero acqua dura, sia pericolosa per la salute.  

La risposta è no. In realtà, il calcare non è dannoso per il nostro organismo. Il carbonato di calcio e magnesio presenti nell’acqua dura sono minerali essenziali per la nostra salute. Studi confermano che non vi sono controindicazioni nel bere acqua dura se rispetta sempre i parametri di potabilità stabiliti per legge

Non solo il calcare non è pericoloso, ma il consumo di acqua ricca di calcio e magnesio può addirittura apportare benefici al corpo, contribuendo alla salute delle ossa e riducendo il rischio di malattie cardiovascolari. 

E per le tubature? 

Se il calcare non rappresenta un problema per la salute umana, lo stesso non si può dire per le tubature e gli elettrodomestici. Questo può accumularsi all’interno degli impianti idrici e ridurre la portata dell’acqua, portando a un aumento del consumo energetico e dei costi di manutenzione.  

Col tempo, può causare danni ai rubinetti, agli elettrodomestici come lavatrici e lavastoviglie, e persino agli impianti di riscaldamento. Questi depositi di calcare possono compromettere l’efficienza delle tubature e richiedere interventi di riparazione costosi. La prevenzione e la pulizia regolare delle incrostazioni sono fondamentali per mantenere un sistema idrico efficiente. 

Prevenire ed eliminare il calcare in modo sostenibile 

Esistono diversi modi per prevenire e rimuovere il calcare, molti dei quali rispettosi dell’ambiente. L’uso di filtri anticalcare è una delle soluzioni più comuni. Questi dispositivi, che possono essere installati direttamente sui rubinetti o sugli elettrodomestici, riducono la concentrazione di minerali nell’acqua.  

Altri metodi ecologici includono l’uso di aceto bianco o limone per rimuovere le incrostazioni su superfici domestiche, poiché questi prodotti naturali sono sicuri per l’ambiente e facilmente reperibili.  

Evitare prodotti chimici aggressivi è fondamentale per proteggere sia l’ambiente che la salute umana, garantendo allo stesso tempo una pulizia efficace. 

Egato 4: l’Assemblea dei Sindaci riunita per discutere del futuro delle tariffe  

Mercoledì 10 luglio, nella sala riunioni del Consiglio Provinciale di Latina, si è riunita per una seconda convocazione in sessione ordinaria, la Conferenza dei Sindaci e dei Presidenti di Provincia. Dopo il disaccordo dei Sindaci sul piano di investimenti presentato dal Gestore nelle scorse settimane, il quale proponeva un’aumento delle tariffe del 10% per i prossimi 4 anno, l’Assemblea si è riunita nuovamente per discutere di un nuovo piano d’azione. 

A presenziare, oltre al Presidente Gerardo Stefanelli, al Segretario Generale della Provincia di Latina, Ferdinando Guarracino e al Dirigente della Segreteria Tecnico Operativa, Umberto Bernola, anche 20 Sindaci e/o delegati dei Comuni di Anzio, Castelforte, Cisterna di Latina, Cori, Fondi, Gaeta, Latina, Maenza, Minturno, Monte San Biagio, Prossedi, Roccagorga, Roccasecca dei Volsci, San Felice Circeo, Sermoneta, Sezze, Spigno Saturnia, SS. Cosma e Damiano, Terracina, Ventotene).

Con la delibera, la Conferenza dei Sindaci si è resa disponibile a: 

  • Applicare un incremento del moltiplicatore tariffario massimo del 3,5% per il periodo 2024-2029, ovvero l’aumento dovuto alla modifica del metodo tariffario trasmesso da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente)
  • Differire al 31/10/2024 (rispetto al termine del 10 luglio richiesto da ARERA), la data entro cui adempiere alle disposizioni regolatorie, e quindi per approvare un nuovo piano di investimenti sostenibile. 

Al momento del voto, si sono dichiarati favorevoli 22 dei 23 comuni presenti, di cui uno astenuto. 

Nuovo piano di investimenti dal Gestore. Stefanelli: “Vogliamo difendere i cittadini” 

L’intervista a Gerardo Stefanelli, Presidente di Egato 4 Latina, sul piano di investimenti presentato da Acqualatina.

La Conferenza dei Sindaci dell’Ato 4 ha espresso perplessità sulle modalità di finanziamento che Acqualatina ha previsto nel suo piano di investimenti, qual è la sua posizione?

Credo che abbiano ragione. Parlo da Sindaco ma soprattutto da Presidente dell’Ente di Governo dell’Ato 4. Martedì scorso, in Conferenza dei Sindaci, credo che i Sindaci e l’Ente di Governo abbiano dato prova di cosa significhi difendere i diritti dei cittadini esprimendo la loro contrarietà agli aumenti della tariffa previsti dal gestore.

La sua è un’affermazione dura.

No, è un’analisi obiettiva che scaturisce dalle modalità di lavoro di Acqualatina degli ultimi tempi. Italgas (ovvero il socio privato) non può pensare che i sindaci dell’Ato 4 siano soltanto dei numeri per costruire la maggioranza che porti avanti i propri piani. I sindaci difendono gli interessi dei cittadini che li hanno voluti al governo delle loro città. Per questo si sono detti contrari a un piano di investimenti che si regge prevalentemente da un lato sui fondi PNRR ottenuti grazie al lavoro dell’Ente di Governo Ato 4 e dall’altro sull’aumento delle tariffe del 10% annuo per i prossimi 4 anni. Mi sembra un po’ troppo facile fare impresa in questo modo. 

Secondo lei qual è la soluzione?

Non ho la palla di vetro, però sono nelle istituzioni da qualche anno ormai per poter affermare che le soluzioni migliori si ottengono solo ed esclusivamente con il confronto vero e con la concertazione tra le parti. Italgas dimostri prima di tutto di essere in grado di gestire e far fruttare gli investimenti dei fondi PNRR. Anche perché questi investimenti sono vincolati al raggiungimento degli obiettivi. Lo abbiamo già detto in occasione dell’Osservatorio Acque dei Sistemi Idrici Integrati che proprio come Egato 4 abbiamo fortemente voluto e organizzato. 

Il momento storico chiede maggiore responsabilità, è questo quello che sta dicendo?

Una cosa è certa: in questo momento storico non si possono chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini, Italgas metta in campo il suo know how e la sua stessa forza economica. Poi c’è un altro aspetto da considerare: negli ultimi mesi tutti i vertici esecutivi di Acqualatina sono stati sostituiti da figure estranee al territorio. Mi spiace se passasse il messaggio che nell’Ato 4 non ci siano professionalità adeguate. Sappiamo tutti che non è così: il gestore è un patrimonio di conoscenze e professionalità che non può far altro che crescere. Responsabilità vuol dire investire anche nel patrimonio umano. 

In conclusione, in quale direzione bisognerebbe andare per un sistema idrico più efficiente?

Sono d’accordo che gli investimenti siano determinanti, ma ci sono anche altre strade. Prima di tutto sarà importante applicare tolleranza zero nei confronti di chi non paga o di chi paga meno del dovuto. I cittadini onesti non possono sempre rimetterci. Su questo tema la tecnologia è di grande aiuto. Così come potrebbe esserlo una sanatoria che permetta di pagare chi ne ha intenzione, magari concedendo piani di rientro più lunghi e sostenibili. L’aumento della tariffa deve essere l’ultima delle soluzioni, non può essere la prima. 

Tutto questo sarà sufficiente per evitare l’aumento?

Se non possiamo evitare l’aumento, certamente abbiamo il dovere di contenerlo il più possibile. È su questo punto che vanno coinvolti Regione e Governo per accrescere la quota di finanziamenti pubblici. Possiamo fare da guida su questo confronto, portarli al tavolo del nostro Osservatorio, allargare la discussione a livello nazionale. Possiamo diventare una best practice, ne siamo tutti consapevoli, ora dimostriamolo ai cittadini.

Giornata Mondiale dell’Ambiente 2024:  “Ripristino della Terra, Desertificazione e Resilienza alla Siccità”

Il 5 giugno si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente, istituita dalle Nazioni Unite nel 1972 e diventata un evento globale che richiama l’attenzione sulle sfide ambientali. 

Come per ogni anno, anche nel 2024 è stato scelto un tema specifico che ha voluto porre l’attenzione sulla degradazione del suolo e sulla siccità, facendo un appello alle nuove generazioni per un ripristino della salute del nostro pianeta. 

“Ripristino della Terra, Desertificazione e Resilienza alla Siccità”: il tema del 2024 

Il tema del World Environment Day 2024 è stato scelto per mettere in luce l’urgenza di affrontare la desertificazione e migliorare la resilienza alla siccità. Questi problemi sono strettamente legati al cambiamento climatico e alla gestione insostenibile delle risorse naturali.  

L’hashtag ufficiale della campagna, #GenerationRestoration, invita tutti a unirsi agli sforzi globali per ripristinare gli ecosistemi degradati e promuovere pratiche sostenibili che possano mitigare gli effetti della siccità e della desertificazione. 

In tutto questo, rientra anche il ruolo cruciale dell’acqua: desertificazione e siccità rappresentano, infatti, gravi minacce per le risorse idriche, compromettendo la disponibilità di acqua potabile e l’agricoltura. La sua gestione sostenibile è essenziale per garantire la sicurezza idrica e alimentare, nonché per sostenere la biodiversità e i servizi ecosistemici. 

Soluzioni per una gestione “naturale” dell’acqua e l’Iniziativa “Our Blue World” 

Le soluzioni basate su interventi in natura possono giocare un ruolo chiave nel ripristino delle terre degradate e nella gestione sostenibile delle risorse idriche. Ripristinare le zone umide, ad esempio, può migliorare la ricarica delle falde acquifere e ridurre l’impatto della siccità.  

Inoltre, promuovere pratiche agricole sostenibili e la riforestazione può aiutare a mantenere l’umidità del suolo e prevenire l’erosione.  

Ma l’azione umana può andare oltre: nel 2024 il documentario “Our Blue World“, prodotto da Brave Blue World, esplora le innovazioni nel campo della gestione delle risorse idriche e mette in evidenza come la tecnologia e le soluzioni naturali possano lavorare insieme per proteggere le risorse idriche globali. Il film offre una visione ispiratrice delle possibilità che abbiamo di creare un futuro più sostenibile. 

Egato 4 Lazio Meridionale – Latina prende parte all’appello delle Nazioni Unite: “non possiamo tornare indietro nel tempo, ma possiamo far crescere le foreste, far rivivere le fonti d’acqua e ripristinare i suoli”.  

Per saperne di più sulla Giornata Mondiale dell’Ambiente e su come partecipare alla campagna #GenerationRestoration, visita il sito ufficiale qui.  

Monitoraggio delle acque reflue: un’arma contro le epidemie 

Acque Reflue

Le acque reflue, spesso viste solo come rifiuti, possono diventare una risorsa preziosa per la prevenzione delle epidemie. Attraverso un monitoraggio attento e sistematico, è possibile rilevare la presenza di agenti patogeni e anticipare la diffusione di malattie. 

Ma come funziona questo processo e perché è così cruciale?  
Scopriamolo insieme. 

Il ruolo delle acque reflue nella salute pubblica 

Le acque reflue contengono tracce di materiali biologici umani, compresi virus e batteri. Analizzando questi campioni, gli scienziati possono rilevare la presenza di agenti patogeni come il SARS-CoV-2, il virus responsabile del COVID-19.  

Questo monitoraggio fornisce dati preziosi che possono essere utilizzati per prevedere e prevenire la diffusione di malattie infettive, offrendo un vantaggio significativo nella gestione della salute pubblica. 

Come vengono monitorate queste acque? Attraverso la raccolta di campioni da impianti di trattamento delle acque o direttamente dalle reti fognarie. Questi campioni vengono poi analizzati in laboratorio per rilevare la presenza di agenti patogeni. La tecnologia utilizzata include la PCR (reazione a catena della polimerasi) per identificare il materiale genetico dei virus. Questo metodo può fornire indicazioni tempestive sull’andamento di una possibile epidemia. 

Vantaggi del monitoraggio delle acque reflue 

Il monitoraggio delle acque reflue offre diversi vantaggi rispetto ai metodi tradizionali di sorveglianza sanitaria. È meno invasivo, in quanto non richiede test individuali su vasta scala, ed è più economico.  

Inoltre, può coprire intere popolazioni, fornendo una visione d’insieme della diffusione di patogeni in una comunità. Questo approccio può identificare focolai emergenti prima che si manifestino sintomi clinici diffusi, permettendo interventi precoci. 

Diversi studi hanno dimostrato l’efficacia del monitoraggio nella prevenzione delle epidemie. Durante la pandemia di COVID-19, ad esempio, molti paesi hanno implementato sistemi di monitoraggio per rilevare la presenza del virus nelle acque reflue.  

Sfide e prospettive future 

Nonostante i numerosi vantaggi, il monitoraggio presenta anche delle sfide. La raccolta e l’analisi dei campioni richiedono infrastrutture e competenze tecniche che non tutti i paesi possiedono. Inoltre, l’interpretazione dei dati può essere complessa e richiede una collaborazione tra diverse discipline. Tuttavia, con l’avanzamento delle tecnologie e la crescente consapevolezza dell’importanza di questo strumento, le prospettive future sono promettenti.

“Planet vs. Plastics”: la sfida per la Terra e le sue risorse 

Planet vs. Plastics

 Ogni anno, il 22 aprile, nel mondo viene celebrata la Giornata della Terra, un evento dedicato a sensibilizzare e promuovere la protezione nei confronti del nostro pianeta, con particolare attenzione alla sua sostenibilità. Anche per il 2024, il sito ufficiale earthday.org ha scelto e pubblicato il tema centrale dedicato alla giornata: “Planet vs. Plastics”, un richiamo all’importanza del corretto utilizzo e, soprattutto, smaltimento delle plastiche sul nostro Pianeta.  

“Planet vs. Plastics”: come può vincere il nostro Pianeta? 

Il tema di quest’anno, scelto dall’Earth Day Network, è “Planet vs. Plastics” (Pianeta contro Plastica). L’inquinamento plastico, infatti, minaccia la sostenibilità della Terra e, con lei, delle specie viventi che la abitano. Si pensi solo che, dei 7 miliardi di tonnellate di rifiuti plastici che sono stati prodotti finora a livello globale, solo il 10% è stato riciclato correttamente. 

Un rischio, questo, che si ripropone anche sulle risorse idriche presenti nel Pianeta. Ad oggi, si contano circa 50 trilioni di particelle microplastiche nei nostri oceani, un numero che super di almeno 500 volte le stelle nella Via Lattea! 

Parlando di plastica, non possiamo, dunque, ignorare il ruolo cruciale che questa gioca sull’acqua e sul suo ecosistema. Le risorse idriche sono fondamentali per la vita sulla Terra, ma sono sempre più minacciate dall’inquinamento plastico. Secondo le proiezioni degli stock ittici per il periodo 2015-2050, le plastiche supereranno il numero di pesci nei nostri oceani, influenzando la catena alimentare di numerose specie – tra le quali, anche quella degli uccelli marini: il 99% di questi, entro il 2050, ingerirà quotidianamente plastica. 

Una nostra responsabilità 

Ogni azione conta: dalla riduzione dell’uso di bottiglie di plastica all’adozione di prodotti riutilizzabili, possiamo tutti contribuire a ridurre l’impatto della plastica sull’ambiente e proteggere le nostre preziose risorse idriche.  

Sebbene negli ultimi 20 anni il riciclo di plastica sia cresciuto di tre volte tanto (nel 2000 era solo del 3%, a fronte del 10% odierno), dobbiamo impegnarci per un uso più consapevole di questo materiale: ancora oggi, a livello mondiale, vengono acquistate un milione di bottigliette d’acqua ogni minuto

Le piccole azioni contano! Per un cambiamento reale, serve l’appoggio di ognuno di noi. 

Egato 4: Statuto e tariffe i primi due passi fondamentali per il nuovo Ufficio di Presidenza 

Egato 4 si prepara per una nuova stagione: il 5 aprile, durante la Prima riunione del nuovo Ufficio di Presidenza, l’Ente ha dato il benvenuto ai tre comuni neoeletti.  Poi, subito a lavoro per i temi più caldi: all’ordine del giorno Statuto e nuovo metodo tariffario

Sabaudia e Aprilia, per la prima volta nella storia, entrano dunque all’interno dell’Ufficio di presidenza dell’Egato insieme a Terracina, che si riconferma per un nuovo mandato. I tre comuni sono stati chiamati fin da subito a partecipare attivamente a uno dei temi più importanti che riguardano il futuro dell’Ente di Governo, che oggi vuole rinnovare dall’interno il proprio Statuto

Su proposta del Presidente Gerardo Stefanelli, infatti, durante l’Ufficio di Presidenza è stato costituito un gruppo di lavoro composto da 5 comuni – Sabaudia, Aprilia, Terracina, Cisterna e Latina, quest’ultima come capofila – i quali dovranno elaborare una nuova proposta del documento da sottoporre all’approvazione unitaria dell’Assemblea dei Sindaci. 

“Il percorso di rielaborazione di un nuovo Statuto è fondamentale per completare il percorso di piena autonomia organizzativa, economica e gestionale dell’Egato come Ente pubblico autonomo – ha affermato il Presidente Stefanelli –. Per questo ho scelto di costituire un gruppo di lavoro, di cui il comune di Latina si farà capofila, in grado di elaborare una proposta che miri a raggiungere gli obiettivi preposti. Nel gruppo non solo “veterani” dell’Ufficio di Presidenza ma anche Sabaudia e Aprilia, che per la prima volta nella loro storia entrano a far parte dell’Assemblea, apportando sicuramente uno sguardo nuovo nell’elaborazione del documento”. 

Tra gli ordini del giorno nella riunione del 5 aprile, anche l’illustrazione del nuovo metodo MTI-4 approvato da Arera per l’elaborazione delle tariffe che dovranno essere approvate entro il 30 giugno e che rimarrà in vigore fino al 2029. In particolare, i sindaci si sono soffermati sul tema della morosità, che sta assumendo proporzioni importanti. È previsto, infatti, che i numeri raggiunti possano apportare un potenziale aumento tariffario del 10%, incidendo anche sulla solidità economico-finanziaria della Società. 

Sul tema, i sindaci si sono detti pronti a tenere sotto controllo la situazione facendo appello anche al Gestore, Acqualatina, per raggiungere un approccio più efficiente. 

Riguardo a questo è intervenuto anche Stefanelli: “Con i sindaci dell’Ufficio di Presidenza porteremo il tema della morosità all’attenzione del Gestore anche, e soprattutto, davanti ai rappresentanti che saranno eletti nel nuovo Consiglio di amministrazione di Acqualatina – e continua –. Vogliamo tutelare gli utenti, prima di tutto; per questo chiederemo loro di prestare particolare attenzione al recupero delle morosità in tempi più rapidi, con l’adozione di nuovi percorsi e strategie gestionali e attraverso un’azione politica che riesca a coinvolgere tutto il territorio.