Avviso Pubblico per la Nomina del Revisore Unico dei Conti 2025-2027

L’Ente di Governo dell’Ambito Territoriale Ottimale n. 4 – Lazio Meridionale – Latina ha pubblicato un avviso pubblico per la formazione di un elenco di candidati idonei alla nomina del Revisore Unico dei Conti per il triennio 2025-2027.

Oggetto dell’incarico e requisiti di partecipazione

Il Revisore Unico dei Conti sarà responsabile della revisione economico-finanziaria dell’EGATO 4, con incarico triennale per il periodo 2025-2027. I candidati dovranno possedere i seguenti requisiti:

  • Iscrizione all’elenco dei Revisori dei Conti degli enti locali (Regione Lazio) pubblicato sul sito del Ministero dell’Interno.
  • Assenza di cause di incompatibilità o ineleggibilità previste dalla normativa vigente.

Modalità di candidatura

Le domande di partecipazione possono essere scaricate sul portale digitale di Egato 4 (o al PDF che segue la news) e, una volta compilate, devono essere inviate esclusivamente tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) all’indirizzo segreteria@pec.ato4latina.it con oggetto: Avviso pubblico per la nomina a Revisore Unico dei conti dell’EGATO n.4 – Lazio Meridionale – Latina per il triennio 2025-2027.

Le candidature dovranno pervenire entro e non oltre le ore 13:00 del 19 febbraio 2025. La documentazione dovrà essere firmata digitalmente o in formato PDF con firma autografa e allegata copia di un documento di identità valido.

Selezione e pubblicazione risultati

Le domande saranno sottoposte a verifica amministrativa e inserite in un elenco di candidati idonei. La Conferenza dei Sindaci dell’EGATO 4 provvederà alla nomina del Revisore Unico e di un supplente.

L’avviso e i relativi aggiornamenti sono disponibili nella sezione “Bandi di gara e contratti” del sito istituzionale www.egato4latina.it.

Per ulteriori informazioni, contattare la Segreteria Tecnica Operativa dell’EGATO 4 ai seguenti recapiti:

Resta ferma la possibilità per l’Ente di modificare, sospendere o revocare l’avviso pubblico per esigenze sopravvenute o normative.

Il dibattito europeo sui Sistemi Idrici Integrati. Stefanelli “tutti concordi sull’allargamento degli ATO”

Stefanelli europa

Dopo la sua partecipazione al confronto in ambito europeo sul Sistema Idrico Integrato negli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), tenutosi il 5 dicembre nella Sala spinelli del Parlamento Europeo di Bruxelles, il Presidente Stefanelli ha rilasciato le proprie opinioni in un’intervista alla stampa.

Presidente, è di ritorno dal convegno organizzato dall’eurodeputato Nicola Procaccini per discutere del futuro dei Sistemi Idrici Integrati. Come è andata?

Molto bene, è stato un confronto interessante, nel contesto che il dibattito sulla risorsa idrica dovrebbe avere, ovvero l’Europa. I sistemi idrici integrati, incluso quello dell’Ato 4, hanno bisogno di essere innovati sia per rispondere all’emergenza climatica, sia per garantire un servizio primario efficiente. Per farlo, però, sono necessari investimenti che le autorità territoriali ottimali non sono in grado di garantire perché ad oggi troppo piccole. L’Europa con i fondi PNRR è arrivata in aiuto, ma non basta.

Cosa servirebbe?
Allargare gli Ato, almeno a livello regionale
. A Bruxelles abbiamo espresso tutti lo stesso parere, sia le parti politiche, che quelle istituzionali, così come quelle tecniche. Ci tengo a sottolineare che non è soltanto una questione di risorse finanziarie, ma anche di risorse umane. L’Egato 4 Lazio Meridionale – Latina sa quanti dipendenti ha? Uno. Eppure in questi anni è riuscito a ottenere più risorse del passato, scongiurare un aumento delle tariffe insostenibile per i cittadini e monitorare l’attività del gestore.

Mi pare di capire che sta chiedendo anche un maggiore riconoscimento del ruolo di Egato 4, corretto?
Non lo stiamo chiedendo noi, riteniamo che sia imprescindibile. Per questo riteniamo che non sia più procrastinabile l’approvazione dello Statuto dell’ente. Lì è scritto a chiare lettere che per assicurare un controllo puntuale sulla gestione del sistema idrico integrato è opportuno che l’Egato si rafforzi con un numero di professionalità maggiore.

Secondo lei più personale vorrebbe dire far crescere il peso dell’Egato 4?
No, non è questa l’equazione da fare. Abbiamo già chiaro cosa occorra e lo stiamo già mettendo in campo. Si diventa protagonisti giocando la partita, non guardandola dagli spalti. Per questo stiamo già organizzando la seconda edizione di OASII, ovvero dell’Osservatorio sui Sistemi Idrici Integrati. Un evento che non ha eguali in Italia, siamo stati noi i primi come Egato 4 a idearlo, proporlo e realizzarlo. Nella prima edizione ricordo che hanno partecipato tutti gli Egato d’Italia e si è discusso proprio dello stato di attuazione degli interventi finanziati con fondi PNRR.

La prospettiva mi pare chiara, però c’è anche un problema relativo al presente: come pensa di migliorare il nostro sistema idrico se ad oggi le risorse sono quelle che sono?
Con una pianificazione ambiziosa e, soprattutto, concordata con i territori. Da gennaio inizieremo proprio come Egato 4 un ciclo di confronti tra Sindaci e gestore su base distrettuale per avere un quadro chiaro dei bisogni, degli interventi e delle risorse necessarie area per area.

La Conferenza dei Sindaci dell’Ato 4 approva adeguamento della tariffa idrica scongiurando aumento del 6% 

La Conferenza dei Sindaci dell’Ato 4 ha approvato l’adeguamento del +3,5% delle tariffe recependo la “Deliberazione ARERA n. 639/2023/R/IDR Metodo Tariffario idrico quarto periodo regolatorio (MTI-4) – Adempimenti conseguenti.” È stato così scongiurato l’aumento del 6% proposto nelle scorse settimane dal gestore Acqualatina.  
 
Sono stati 25 i voti favorevoli su 32. Hanno espresso voto contrario i cinque Comuni di Maenza, Norma, Ponza, Sperlonga e Ventotene, mentre si sono astenuti i due Comuni di Latina e Terracina. 
 
“Ringrazio la Conferenza dei Sindaci – dichiara il Presidente di Egato Gerardo Stefanelli – Con questo voto recepiamo le disposizioni obbligatorie dell’Autorità di regolazione e mettiamo al primo posto la tenuta economica degli utenti. Si è trattato di un lavoro lungo, durato sei mesi. Dal primo momento abbiamo sottolineato come l’aumento proposto dal gestore fosse insostenibile per le famiglie e, soprattutto, immotivato, visto che il futuro sia di Acqualatina che degli investimenti infrastrutturali viene salvaguardato comunque”. 
 
“È un segnale significativo – continua Stefanelli – con il quale l’Egato si è dimostrato compatto e ha confermato l’importanza del proprio ruolo. Tutti i Sindaci hanno dato prova di lungimiranza, anche Latina e Terracina che pur non essendo allineati al 100% con la nostra posizione hanno comunque deciso di astenersi e non esprimere voto contrario. Ora si apre una nuova fase”. 
 
Secondo lo studio e i dati presentati da Egato in Conferenza dei Sindaci, infatti, anche l’aumento contenuto delle tariffe sul periodo 2024-2029 “consente al gestore di proseguire nell’attività di investimento prevista dal Programma degli Interventi e la realizzazione di ulteriori nuovi investimenti finanziati a valere su fondi PNRR e Regione Lazio, finalizzati nel complesso al raggiungimento degli obiettivi di qualità tecnica”. 
 
Nello studio si legge anche che “il nuovo metodo tariffario recepisce per la prima volta in tariffa a partire dal 2024 gli effetti della crisi economica internazionale vissuta a partire dal 2022 e caratterizzata da un significativo aumento dei costi di energia elettrica, delle materie prime e dei tassi di interesse. Il nuovo metodo tariffario consente al gestore di recuperare i maggiori costi sostenuti in anticipo nel biennio 2022-2023; adegua i costi operativi del servizio all’inflazione rilevata nell’ultimo biennio; adegua i parametri finanziari in coerenza con il generale rialzo dei tassi di interesse al fine di dare copertura ai costi sostenuti per la realizzazione degli investimenti”. 
 
“Il nostro lavoro ovviamente non si conclude qui – sottolinea Stefanelli – A stretto giro ritengo opportuno riunire nuovamente la Conferenza dei Sindaci perché il CDA di Acqualatina non si è dimostrato all’altezza del momento storico dell’azienda e del nostro territorio. È evidente di come anche i rapporti tra Egato e gestore si siano incrinati con l’arrivo di Italgas. Abbiamo tutti un obiettivo comune: innovare il sistema idrico integrato e migliorare la qualità del servizio. Possiamo ottenerlo se i Sindaci diventano davvero protagonisti negli interessi dei loro cittadini”. 

EGATO 4: approvati Rendiconto, DUP e Bilancio.  Aggiornata anche nella Carta dei Servizi dell’Ente 

Mercoledì 30 ottobre, la Conferenza dei Sindaci dell’ATO 4 Lazio Meridionale – Latina, convocata dal Presidente Gerardo Stefanelli, si è riunita per la discussione e l’approvazione del Rendiconto di gestione dell’anno 2023, del Documento Unico di Programmazione 2024-2026 e del Bilancio di previsione triennale 2024-2026.  

La Conferenza ha approvato all’unanimità tutti e tre i documenti, oltreché aver aggiornato anche la Carta dei Servizi dell’Ente introducendo delle nuove fasce di indennizzo agli utenti sulla qualità del servizio in conformità alla deliberazione ARERA n. 637/2023/R/IDR

Proprio quest’ultima modifica aggiorna e rafforza le misure a tutela degli utenti, prevedendo tempi e standard di qualità per il servizio idrico. In particolare, sono state introdotte nuove tempistiche e fasce di indennizzo per situazioni di sospensione o disservizio del servizio idropotabile: 

  • Attivazione del servizio di emergenza: in caso di sospensione del servizio di acqua potabile, sia programmata che non programmata, il servizio sostitutivo di emergenza dovrà essere attivato entro 48 ore. Se questo termine non viene rispettato, l’indennizzo varierà in base alla durata del ritardo.
  • Preavviso minimo per sospensioni programmate: per tutti gli interventi programmati che causano interruzione del servizio, è previsto un preavviso di almeno 48 ore. Se il preavviso è inferiore a questo limite, l’indennizzo agli utenti sarà proporzionato alla durata del ritardo. 
  • Durata massima delle sospensioni programmate: la durata massima consentita per una singola sospensione programmata è di 24 ore. In caso di superamento di questo termine, l’indennizzo agli utenti sarà proporzionato alla durata del ritardo. 

“Come al solito, ringrazio la conferenza dei Sindaci per la fiducia accordata sui documenti che sono stati approvati la scorsa settimana – Afferma Gerardo Stefanelli, presidente della Provincia di Latina e dell’Ente -. Un passo in avanti è stato fatto anche con la Carta dei Servizi. Grazie alle modifiche richieste dal Garante, oggi si rafforza il rapporto di fiducia con i cittadini promuovendo una gestione attenta e responsabile delle risorse idriche.” 

Acqua in bottiglia o del rubinetto: qual è la scelta migliore?

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Negli ultimi anni, il dibattito sull’acqua in bottiglia rispetto a quella del rubinetto si è intensificato, specialmente a causa delle crescenti preoccupazioni legate all’ambiente e alla salute. L’Italia è uno dei paesi con i maggiori consumi di acqua in bottiglia al mondo. Ma quale opzione è veramente la migliore?

Il consumo in Italia

Secondo l’ISTAT, nel 2022, ogni italiano ha consumato in media 206 litri di acqua in bottiglia all’anno, una cifra significativamente alta rispetto ad altri paesi europei. Ma perché gli italiani continuano a preferire l’acqua in bottiglia?

Uno dei motivi principali risiede nella percezione che sia più sicura e abbia un gusto migliore rispetto a quella del rubinetto. Questa convinzione è spesso legata a una scarsa fiducia nei controlli sulla qualità delle acque pubbliche, nonostante queste siano soggette a rigorosi controlli sanitari. Il Ministero della Salute e le autorità locali monitorano costantemente la qualità dell’acqua del rubinetto, garantendo la conformità ai parametri stabiliti dalle normative europee.

La qualità dell’acqua del rubinetto

Nonostante la diffusa percezione che l’acqua in bottiglia sia migliore, circa il 75% degli italiani riconosce la qualità dell’acqua della propria rete. La maggior parte delle risorse idriche potabili in Italia proviene da falde sotterranee protette, che garantiscono sia la purezza che la sicurezza. Tuttavia, solo il 29% della popolazione sceglie di bere acqua del rubinetto, evidenziando una discrepanza tra la consapevolezza della qualità e le abitudini di consumo.

L’impatto ambientale dell’acqua in bottiglia

Un aspetto cruciale nella scelta dell’acqua sono le ripercussioni che può avere sull’ambientale. L’acqua in bottiglia ha un impatto maggiore rispetto a quella del rubinetto, principalmente a causa della plastica utilizzata e dell’energia necessaria per produzione e trasporto. Al contrario, quella del rubinetto ha un’impronta ecologica molto più contenuta, poiché viene distribuita localmente tramite una rete idrica esistente.

La differenza nei costi

Considerando che una famiglia italiana media consuma circa 200 litri di acqua al mese solo per bere, il risparmio economico permesso dall’acqua del rubinetto può essere significativo. Quest’ultimo, infatti, ha un costo stimato di circa 0,0015 euro al litro, a fronte di un prezzo che varia da 0,20 a 0,50 euro per l’acqua in bottiglia.

In conclusione: quale acqua scegliere?

La scelta dipende da vari fattori, come la percezione personale della qualità, i costi e la consapevolezza ambientale. Tuttavia, i dati mostrano chiaramente che l’acqua del rubinetto è sicura, economica e ha un impatto ambientale significativamente minore rispetto all’acqua in bottiglia. In definitiva, bere acqua dal rubinetto rappresenta la scelta più sostenibile, senza compromessi sulla qualità e sulla sicurezza.

Fast Fashion: qual è l’impatto che ha la moda sulle risorse idriche?  

Fast fashion

L’industria della moda, in particolare quella del fast fashion ha un impatto significativo sull’ambiente e soprattutto sulle risorse idriche globali. Ogni anno tonnellate di acqua vengono usate per produrre vestiti a basso costo, alimentando un modello di consumo non più sostenibile per il nostro pianeta. 

Ma qual è il vero impatto che ha l’industria della monda sulle risorse idriche? 

Il consumo di acqua nel fast fashion 

Il fast fashion, anche detto “moda veloce” si basa su cicli di produzione rapidi e volumi elevati di indumenti prodotti, il che implica un enorme consumo di acqua. Secondo le stime, per produrre una singola maglietta sono necessari 2.700 litri d’acqua, mentre la produzione di un paio di jeans può richiedere fino a 10.000 litri. Anche i processi di tintura di un capo richiedono migliaia di litri di acqua oltre a sostanze chimiche che contaminano le riserve idriche.   

Inoltre, la maggior parte del cotone mondiale viene coltivato in paesi come la Cina, India, Pakistan e Brasile dove l’acqua dolce è già una risorsa limitata.  

Smaltimento dei rifiuti tessili e inquinamento idrico 

 Il fast fashion ha un impatto devastante sulle risorse idriche, non solo per l’enorme consumo d’acqua richiesto durante la produzione, ma anche per l’inquinamento causato dallo smaltimento inadeguato dei rifiuti tessili.

Gli indumenti accumulati nelle discariche illegali come quelle nel deserto di Atacama e a Dandora, una volta inceneriti rilasciano microfibre sintetiche e sostanze chimiche tossiche che si infiltrano nel terreno, contaminando le falde acquifere e compromettendo la qualità dell’acqua rendendola dannosa per gli ecosistemi locali. Inoltre, l’inquinamento delle risorse idriche può anche ridurre la disponibilità di acqua pulita per l’irrigazione e l’agricoltura, creando ulteriori problemi per le comunità locali e la loro sicurezza alimentare.

Ma in che altro modo si possono rilasciare le microplastiche nell’ambiente?  

L’impatto del lavaggio dei tessuti sintetici 

Gli indumenti del fast fashion sono principalmente composti da poliestere e altri materiali sintetici. Questi sono i primi responsabili delle microplastiche rilasciate nell’ambiente. Si stima che un singolo lavaggio può rilasciare fino a 700.000 microfibre che finiscono negli oceani e successivamente nella catena alimentare. L’industria del fast fashion, basata su prezzi bassi e poca qualità, promuove numerosi primi lavaggi. Di conseguenza, si stima che nei fondali marini siano presenti oltre 14 milioni di tonnellate di microplastiche che danneggiano la salute umana in secondo luogo.  

Soluzioni sostenibili per ridurre l’impatto idrico e ambientale 

Per affrontare l’impatto idrico del fast fashion è fondamentale promuovere alcune soluzioni sostenibili:  

  • Acquisti consapevoli: acquistare meno e puntare su capi di buona qualità, che durano nel tempo e contrastano le logiche della produzione intensiva dell’industria del fast fashion. 
  • Materiali sostenibili: preferire tessuti che richiedono meno acqua durante la produzione come il cotone biologico, il lino o materiali riciclati.  
  • Lavaggi meno frequenti: lavare i capi meno frequentemente e a basse temperature riduce il rilascio di microplastiche dai tessuti. Usare sacchetti per il bucato può aiutare a trattenere le microfibre.  
  • Riciclo e riuso: il riciclo e il riuso dei capi aiuta a ridurre i rifiuti tessili e l’inquinamento delle acque. È bene quindi favorire l’acquisto di capi di seconda mano piuttosto che capi fast fashion.  
  • Ridurre i rifiuti tessili: smaltire correttamente i vestiti ma soprattutto donare quelli che non si utilizzano più, riduce l’accumulo dei rifiuti tessili.  

Ognuno di noi può fare la propria parte per ridurre l’impatto sull’acqua e sull’ambiente. Scegliere una moda sostenibile e consapevole contribuisce a tutelare le risorse idriche per le generazioni future.  

Giornata Mondiale del Monitoraggio delle Acque: l’importanza di proteggere le nostre risorse idriche 

Monitoraggio acque

La Giornata Mondiale del Monitoraggio delle Acque, celebrata ogni anno il 18 settembre, è un evento globale che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della qualità e della gestione delle risorse idriche.  

Promossa per la prima volta nel 2003 dall’America’s Clean Water Foundation, questa giornata offre un’opportunità unica per evidenziare il ruolo cruciale che il monitoraggio delle acque svolge nel mantenere sano il nostro pianeta e le sue risorse.  

Egato, come ente provinciale, si sente parte di questo processo.  

Ma qual è il suo ruolo e cosa si intende per “monitoraggio delle acque”?  

Cos’è il Monitoraggio delle Acque? 

Il monitoraggio delle acque prevede la raccolta e l’analisi di dati relativi a parametri fondamentali per determinare la qualità dell’acqua, come il pH, la presenza di contaminanti chimici o biologici, e il livello di ossigeno disciolto.  

Queste informazioni permettono di comprendere lo stato di salute di fiumi, laghi, mari e falde acquifere, e di agire per preservare le risorse idriche in modo sostenibile. Il monitoraggio è essenziale non solo per prevenire l’inquinamento, ma anche per garantire l’accesso sicuro all’acqua potabile e proteggere gli ecosistemi naturali. 

Perché il Monitoraggio delle Acque è Fondamentale? 

Il monitoraggio delle acque è vitale per proteggere le nostre risorse idriche da minacce crescenti come l’inquinamento e il cambiamento climatico. L’inquinamento da plastica, metalli pesanti e sostanze chimiche può compromettere gravemente la qualità dell’acqua e la salute degli ecosistemi.  

Per esempio, le falde acquifere e i fiumi locali sono spesso a rischio a causa dell’agricoltura intensiva, delle attività industriali e dell’inquinamento urbano. Il monitoraggio permette di individuare e affrontare tempestivamente queste problematiche, proteggendo la salute pubblica e garantendo un accesso sicuro all’acqua potabile. 

Inoltre, cambiamenti climatici, come la siccità e le inondazioni, alterano i cicli naturali dell’acqua, aggravando la scarsità delle risorse e compromettendo la qualità dell’acqua disponibile. In questo contesto, il monitoraggio diventa uno strumento chiave per rilevare in anticipo eventuali cambiamenti negli ecosistemi idrici e attuare misure preventive efficaci. 

L’Importanza del Monitoraggio delle Acque per Egato 

Per un ente come Egato 4, che svolge un ruolo cruciale nella gestione del Sistema Idrico Integrato (S.I.I.), la Giornata Mondiale del Monitoraggio delle Acque assume un valore ancora più significativo.  

Il compito dell’Ente, tra le altre cose, è anche garantire che l’acqua utilizzata dai cittadini sia sempre sicura e di qualità, monitorando costantemente le risorse idriche locali e intervenendo in caso di problemi.  

 Questo lavoro permette di prevenire criticità legate all’inquinamento idrico e assicura una gestione efficiente e trasparente del servizio idrico per i cittadini. 

Calcare nell’acqua: mito o minaccia per la salute? 

calcare

Il calcare è un deposito di minerali, principalmente costituito da carbonato di calcio e magnesio, che si forma naturalmente quando l’acqua dura evapora o viene riscaldata.  

L’acqua dura è ricca di questi minerali, che vengono disciolti durante il suo percorso attraverso strati di calcare. Il calcare è molto comune nelle aree dove l’acqua ha un elevato contenuto di minerali, e può lasciare segni visibili su superfici come rubinetti, lavandini e bollitori.

Ma che risvolto ha sulla nostra salute?

Il Calcare è nocivo per la salute umana? 

Una domanda frequente è se l’acqua contenente calcare, ovvero acqua dura, sia pericolosa per la salute.  

La risposta è no. In realtà, il calcare non è dannoso per il nostro organismo. Il carbonato di calcio e magnesio presenti nell’acqua dura sono minerali essenziali per la nostra salute. Studi confermano che non vi sono controindicazioni nel bere acqua dura se rispetta sempre i parametri di potabilità stabiliti per legge

Non solo il calcare non è pericoloso, ma il consumo di acqua ricca di calcio e magnesio può addirittura apportare benefici al corpo, contribuendo alla salute delle ossa e riducendo il rischio di malattie cardiovascolari. 

E per le tubature? 

Se il calcare non rappresenta un problema per la salute umana, lo stesso non si può dire per le tubature e gli elettrodomestici. Questo può accumularsi all’interno degli impianti idrici e ridurre la portata dell’acqua, portando a un aumento del consumo energetico e dei costi di manutenzione.  

Col tempo, può causare danni ai rubinetti, agli elettrodomestici come lavatrici e lavastoviglie, e persino agli impianti di riscaldamento. Questi depositi di calcare possono compromettere l’efficienza delle tubature e richiedere interventi di riparazione costosi. La prevenzione e la pulizia regolare delle incrostazioni sono fondamentali per mantenere un sistema idrico efficiente. 

Prevenire ed eliminare il calcare in modo sostenibile 

Esistono diversi modi per prevenire e rimuovere il calcare, molti dei quali rispettosi dell’ambiente. L’uso di filtri anticalcare è una delle soluzioni più comuni. Questi dispositivi, che possono essere installati direttamente sui rubinetti o sugli elettrodomestici, riducono la concentrazione di minerali nell’acqua.  

Altri metodi ecologici includono l’uso di aceto bianco o limone per rimuovere le incrostazioni su superfici domestiche, poiché questi prodotti naturali sono sicuri per l’ambiente e facilmente reperibili.  

Evitare prodotti chimici aggressivi è fondamentale per proteggere sia l’ambiente che la salute umana, garantendo allo stesso tempo una pulizia efficace. 

Egato 4: l’Assemblea dei Sindaci riunita per discutere del futuro delle tariffe  

Mercoledì 10 luglio, nella sala riunioni del Consiglio Provinciale di Latina, si è riunita per una seconda convocazione in sessione ordinaria, la Conferenza dei Sindaci e dei Presidenti di Provincia. Dopo il disaccordo dei Sindaci sul piano di investimenti presentato dal Gestore nelle scorse settimane, il quale proponeva un’aumento delle tariffe del 10% per i prossimi 4 anno, l’Assemblea si è riunita nuovamente per discutere di un nuovo piano d’azione. 

A presenziare, oltre al Presidente Gerardo Stefanelli, al Segretario Generale della Provincia di Latina, Ferdinando Guarracino e al Dirigente della Segreteria Tecnico Operativa, Umberto Bernola, anche 20 Sindaci e/o delegati dei Comuni di Anzio, Castelforte, Cisterna di Latina, Cori, Fondi, Gaeta, Latina, Maenza, Minturno, Monte San Biagio, Prossedi, Roccagorga, Roccasecca dei Volsci, San Felice Circeo, Sermoneta, Sezze, Spigno Saturnia, SS. Cosma e Damiano, Terracina, Ventotene).

Con la delibera, la Conferenza dei Sindaci si è resa disponibile a: 

  • Applicare un incremento del moltiplicatore tariffario massimo del 3,5% per il periodo 2024-2029, ovvero l’aumento dovuto alla modifica del metodo tariffario trasmesso da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente)
  • Differire al 31/10/2024 (rispetto al termine del 10 luglio richiesto da ARERA), la data entro cui adempiere alle disposizioni regolatorie, e quindi per approvare un nuovo piano di investimenti sostenibile. 

Al momento del voto, si sono dichiarati favorevoli 22 dei 23 comuni presenti, di cui uno astenuto. 

Nuovo piano di investimenti dal Gestore. Stefanelli: “Vogliamo difendere i cittadini” 

L’intervista a Gerardo Stefanelli, Presidente di Egato 4 Latina, sul piano di investimenti presentato da Acqualatina.

La Conferenza dei Sindaci dell’Ato 4 ha espresso perplessità sulle modalità di finanziamento che Acqualatina ha previsto nel suo piano di investimenti, qual è la sua posizione?

Credo che abbiano ragione. Parlo da Sindaco ma soprattutto da Presidente dell’Ente di Governo dell’Ato 4. Martedì scorso, in Conferenza dei Sindaci, credo che i Sindaci e l’Ente di Governo abbiano dato prova di cosa significhi difendere i diritti dei cittadini esprimendo la loro contrarietà agli aumenti della tariffa previsti dal gestore.

La sua è un’affermazione dura.

No, è un’analisi obiettiva che scaturisce dalle modalità di lavoro di Acqualatina degli ultimi tempi. Italgas (ovvero il socio privato) non può pensare che i sindaci dell’Ato 4 siano soltanto dei numeri per costruire la maggioranza che porti avanti i propri piani. I sindaci difendono gli interessi dei cittadini che li hanno voluti al governo delle loro città. Per questo si sono detti contrari a un piano di investimenti che si regge prevalentemente da un lato sui fondi PNRR ottenuti grazie al lavoro dell’Ente di Governo Ato 4 e dall’altro sull’aumento delle tariffe del 10% annuo per i prossimi 4 anni. Mi sembra un po’ troppo facile fare impresa in questo modo. 

Secondo lei qual è la soluzione?

Non ho la palla di vetro, però sono nelle istituzioni da qualche anno ormai per poter affermare che le soluzioni migliori si ottengono solo ed esclusivamente con il confronto vero e con la concertazione tra le parti. Italgas dimostri prima di tutto di essere in grado di gestire e far fruttare gli investimenti dei fondi PNRR. Anche perché questi investimenti sono vincolati al raggiungimento degli obiettivi. Lo abbiamo già detto in occasione dell’Osservatorio Acque dei Sistemi Idrici Integrati che proprio come Egato 4 abbiamo fortemente voluto e organizzato. 

Il momento storico chiede maggiore responsabilità, è questo quello che sta dicendo?

Una cosa è certa: in questo momento storico non si possono chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini, Italgas metta in campo il suo know how e la sua stessa forza economica. Poi c’è un altro aspetto da considerare: negli ultimi mesi tutti i vertici esecutivi di Acqualatina sono stati sostituiti da figure estranee al territorio. Mi spiace se passasse il messaggio che nell’Ato 4 non ci siano professionalità adeguate. Sappiamo tutti che non è così: il gestore è un patrimonio di conoscenze e professionalità che non può far altro che crescere. Responsabilità vuol dire investire anche nel patrimonio umano. 

In conclusione, in quale direzione bisognerebbe andare per un sistema idrico più efficiente?

Sono d’accordo che gli investimenti siano determinanti, ma ci sono anche altre strade. Prima di tutto sarà importante applicare tolleranza zero nei confronti di chi non paga o di chi paga meno del dovuto. I cittadini onesti non possono sempre rimetterci. Su questo tema la tecnologia è di grande aiuto. Così come potrebbe esserlo una sanatoria che permetta di pagare chi ne ha intenzione, magari concedendo piani di rientro più lunghi e sostenibili. L’aumento della tariffa deve essere l’ultima delle soluzioni, non può essere la prima. 

Tutto questo sarà sufficiente per evitare l’aumento?

Se non possiamo evitare l’aumento, certamente abbiamo il dovere di contenerlo il più possibile. È su questo punto che vanno coinvolti Regione e Governo per accrescere la quota di finanziamenti pubblici. Possiamo fare da guida su questo confronto, portarli al tavolo del nostro Osservatorio, allargare la discussione a livello nazionale. Possiamo diventare una best practice, ne siamo tutti consapevoli, ora dimostriamolo ai cittadini.