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World Water Day 2023: i progressi compiuti e le sfide da affrontare

World Water Day
Cultura

Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie” è il 6° Obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Oggi, per la Giornata Mondiale dell’Acqua, è necessario soffermarci a riflettere su quanti progressi reali sono stati compiuti per raggiungerlo.

Il World Water Day nasce nel 1992 durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) e ogni anno viene celebrato il 22 marzo attraverso un tema specifico inerente alla risorsa idrica. Per il 2023 è stato scelto quello dell’”accelerazione al cambiamento per risolvere la crisi idrica e igienico-sanitaria, con l’auspicio di coinvolgere non solo le istituzioni, ma anche le imprese e i cittadini nell’impegno ad accelerare la transizione. Ma non solo questo: durante questa giornata è necessario ricordare quanto l’acqua possa minare i progressi su alcune delle principali questioni globali.

Sebbene nel mondo ci siano più di 1,3 miliardi di km3 di acqua, soltanto il 3% di questa è acqua dolce contenuta in ghiacciai, falde e laghi. Ciò significa che ottenerne l’accesso possa risultare molto complesso. Non a caso, sono più di 2 miliardi le persone che oggi vivono in condizioni di carenza idrica. Ciò può avere dei risvolti negativi su diritti ritenuti fondamentali: oltre alla questione igienico-sanitaria, a essere colpite sono anche le lotte per la parità di genere, l’istruzione e l’occupazione lavorativa, finanche il mantenimento della pace locale e internazionale.

Ma dall’istituzione dell’Agenda 2030 (settembre 2015) niente è cambiato?

Alcuni piccoli passi

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua sono state pubblicate numerose indagini sui progressi ottenuti in questi anni in cui istituzioni, imprese e cittadini hanno lavorato sinergicamente.

Un primo risultato si nasconde all’interno dell’opinione pubblica italiana. Un’indagine di IPSOS sottolinea come l’impegno del nostro Paese verso la tutela dell’acqua è molto aumentato negli ultimi anni. Tra gli intervistati, il 77% ha dichiarato di provare a ridurre il più possibile lo spreco d’acqua nella propria quotidianità, il 41% di essere cosciente della crescente scarsità di acqua e il 31% di essere d’accordo con le previsioni del World Resources Institute secondo cui l’Italia entro il 2040 vivrà in una condizione di stress idrico (a fronte di un 34% nel 2022).

Ma l’autocoscienza dei cittadini italiani è stata accompagnata anche da dati ambientali in rialzo. Il rapporto “Water Economy in Italy” dell’Osservatorio Proger, presentato nella giornata di ieri al Senato della Repubblica, ha sottolineato come la piovosità in Italia sia ancora a buoni livelli – con una media di 301 miliardi di m3 di pioggia all’anno su scala nazionale. La Penisola si colloca, quindi, al 5° posto in Europa per quantità di precipitazione, con Milano prima in Europa per piovosità e Roma che conta un maggior numero piogge rispetto a Londra.

Solo buone notizie?

Purtroppo no. A fronte di quanto dichiarato dagli italiani, non è possibile evitare di sottolineare che ancora oggi il nostro paese primeggi sul podio dei maggiori sprechi. È ancora IPSOS a indicare un utilizzo di 220 litri giornalieri pro-capite di acqua utilizzata a fronte dei 165 litri di media europea. E sebbene stia crescendo la consapevolezza del rischio idrico, il 46% dei cittadini non è ancora oggi cosciente degli sprechi che si registrano quotidianamente.

Inoltre, sebbene la misura delle piogge risulti in leggero miglioramento, il vero problema della Penisola è la capacità di utilizzo della risorsa idrica. Delle precipitazioni che bagnano il nostro paese, solo l‘11% è prelevato per usi civili, agricoli o industriali. Inoltre, come sottolinea l’Osservatorio Proger, la nostra rete idrica è a “colabrodo”: il 40% dell’acqua potabile prelevata, infatti, non arriva ai rubinetti delle case.

Per risolvere questi problemi, i governi dovranno lavorare quattro volte più velocemente per soddisfare l’obiettivo dell’Agenda 2030. Il loro impegno non servirà solo a garantire la tutela dell’utente, ma anche quella della risorsa idrica. Investire su gli Enti che quotidianamente si occupano di costruire infrastrutture resilienti è oggi fondamentale per ovviare alla dispersione delle acque. È quindi necessario capitalizzare le risorse, oltre che implementare delle modifiche legislative, così da permettere lo sviluppo di progetti tecnico-imprenditoriali per potenziare le capacità delle reti idriche e degli impianti. Oltre a ciò, gli sforzi dovranno soffermarsi anche sul rendere possibile il riuso delle acque reflue, la ricarica delle falde, fino alla possibilità di utilizzo dell’acqua di mare tramite la sua desalinizzazione.

Scopri alcuni consigli per risparmiare l’acqua: visita la casa e l’ufficio di Egato 4 Latina.

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