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Tecnologia NO-DIG: interventi “senza scavo”

no-dig
Tecnologie

Egato 4 Lazio Meridionale – Latina, attraverso il progetto “Global Water Evolution” ha scelto di risanare 120 km di condotte vetuste e ammalorate utilizzando tecniche non invasive e rispettose del suolo grazie alla cosiddetta tecnologia “no-dig”, o “senza scavo”.

Ma che cosa significa?

L’approccio no-dig

Quella “senza scavo” è un tipo di tecnologia utilizzata per l’installazione, la riparazione o la sostituzione di infrastrutture sotterranee senza la necessità di produrre i tradizionali “scavi al cielo aperto” sul terreno.

L’obiettivo principale di questo tipo di intervento è quello di ridurre i costi e i tempi di esecuzione necessari a produrre le cavità nel terreno, operando in maniera chirurgica e dando un apporto positivo al suolo nel quale si interviene.

Alcuni esempi di interventi senza scavo

Le tipologie di intervento offerte da questa tecnologia sono numerose e dipendono dal tipo di terreno e dalle condizioni delle tubature esistenti. Tra i principali metodi che verranno applicati sul suolo dell’Ambito Territoriale n° 4:

  • TOC (Trivellazione Orizzontale Controllata) – una metodologia che combina l’uso di un raggio laser ad alta potenza con un sistema di taglio meccanico in grado di creare una galleria sotterranea senza il bisogno di escavatori. Il calore generato dal laser, infatti, scioglie e vaporizza il terreno, creando una cavità. Contemporaneamente, il sistema di taglio meccanico (effettuato da lamine o dischi rotanti) rimuove il materiale fuso e crea il tunnel. È un tipo di tecnologia utilizzabile in una vasta gamma di terreni, compresi quelli rocciosi o che presentano falde acquifere;
  • Relining mediante tecnologia Hoseling – un processo di inserimento di nuove tubature all’interno di quelle vetuste. Generalmente è suddiviso in due categorie: quella con “tubo continuo”, che prevede l’inserimento di un condotto in polimeri all’interno di quello esistente, il quale verrà gonfiato ed espanso facendolo aderire alle pareti dell’infrastruttura danneggiata; il secondo tipo di relining vede invece inserimento di sezioni di tubo più corte (generalmente in pvc o acciaio) all’interno di quello esistente, le quali vengono collegate alle estremità e sigillate per evitare infiltrazioni;
  • Pipe-curing e CIPP – una tecnologia che prevedere l’inserimento di una resina liquida all’interno di una tubatura vetusta. Il liquido, iniettato tramite specifiche attrezzature, viene distribuito uniformemente sulle pareti interne all’infrastruttura danneggiata e, una volta aderito, viene avviato il processo di indurimento attraverso calore, luce ultravioletta o altre fonti di energia. In tale maniera vengono occlusi i punti di perdita in modo istantaneo e permanente. Un metodo specifico di pipe-curing è il CIPP, che in aggiunta al primo utilizza un tubo in polimeri per distribuire e indurire la resina.

I vantaggi della tecnologia no-dig

La tecnologia no-dig offre numerosi vantaggi, tra cui una maggiore velocità di installazione e dei tempi di realizzazione di intervento, riduzione dei costi economici e minori disturbi per l’ambiente e la comunità circostante.

La tecnologia riesce, infatti, a evitare la manomissione del manto superiore di superfici costruite dall’uomo o naturali, impattando in modo positivo sull’ambiente e riducendo l’impatto del traffico veicolare e, di conseguenza, di disagio arrecato alla popolazione.

Inoltre, si stima che la tecnologia permetta di ridurre i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori e la possibilità di eseguire lavori in aree sensibili o di difficile accesso.

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