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A Sabaudia l’acqua ha “una storia a lieto fine”

Acqua, una storia a lieto fine
Cultura

La siccità che ha colpito gli ultimi anni è un segnale chiaro di come dovremmo ripensare all’utilizzo che facciamo dell’acqua: educare le nuove generazioni verso la tutela e il riciclo della risorsa diventa un punto centrale riguardo al futuro. Ed è quello che è stato fatto dall’Istituto Pangea onlus che, coinvolgendo le scuole del Comune di Sabaudia, ha dato vita al progetto “Acqua: una storia a lieto fine” per sensibilizzare alla riduzione dell’inquinamento di origine domestica di fiumi, laghi e mare e al riutilizzo delle acque reflue, unendo l’evoluzione tecnologica odierna alla storia dell’Antica Roma.

Noi di Egato 4 Latina abbiamo intervistato Giulia Sirgiovanni, vicepresidente dell’Istituto Pangea e Responsabile del progetto, per farci raccontare come sono stati coinvolti i cittadini più giovani all’interno dell’iniziativa.

Giulia, come nasce il progetto?

L’iniziativa nasce in risposta ad un bando della Provincia di Latina per la “Realizzazione di campagne didattiche”  nell’ambito del Piano di Riqualificazione Ambientale del Progetto Rewetland. Il Comune di Sabaudia ha ottenuto il co-finanziamento e l’Istituto Pangea onlus, che ne gestisce il laboratorio territoriale di educazione ambientale “Labnet Lazio”, ha realizzato il progetto.

Abbiamo cominciato con un’azione formativa destinata agli insegnanti di entrambi gli Istituti comprensivi di Sabaudia  con approfondimenti e attività pratiche che si sono svolti in parte in aula e in parte sul campo nel territorio del Parco Nazionale del Circeo che è anche un partner del progetto.  A seguire sono state coinvolte complessivamente 25 classi di questi insegnanti, classi di tutti gli ordini e gradi dalle scuole primarie fino alle superiori.

Il progetto si chiama “Acqua, una storia a lieto fine” e, infatti, nel racconto della risorsa vi siete proprio immersi nella storia?

Si. Il progetto nasce per educare le giovani generazioni ad usare sempre meno prodotti inquinanti e al “riciclo” della risorsa. Si è parlato di acque reflue e di fitodepurazione  – ovvero un sistema naturale di depurazione che ne permette il loro riutilizzo. Le attività didattiche in aula e sul campo sono state diverse,  tra quelle più interessanti ci sono proprio le uscite realizzate nella villa dell’Imperatore Domiziano. Tutti sappiamo quanto l’acqua sia stata un elemento fondamentale nella storia dell’Antica Roma. I resti della villa, del I secolo d.C., sono un esempio di quanto fossero avanzati gli impianti idrici costruiti 2000 anni fa dai Romani.

Sul luogo abbiamo mostrato ai ragazzi, ad esempio, la cosiddetta “forica” (una latrina) nella quale tutt’oggi notiamo la canaletta esterna. Quest’ultima, che serviva per fornire l’acqua per l’igiene intima della persona, proseguiva passando sotto le sedute della latrina stessa. Grazie all’ingegnosità della costruzione, l’acqua utilizzata dai Romani per lavarsi, era la stessa che ripuliva la forica dalle deiezioni. Quindi, al contrario di quanto avviene oggi, non utilizzavano acqua potabile per lo scarico, ma avevano trovato un modo di riutilizzare le acque reflue.

Abbiamo scelto di collegare questo percorso alla formazione degli studenti per dimostrare che concetti importanti come l’uso razionale dell’acqua e l’igiene erano applicati in epoche storiche molto lontane con modalità molto simili a quelle attuali, a volte persino migliori. È stato anche importante farli riflettere sul fatto che, con la caduta dell’Impero Romano, per circa 1500 anni la civiltà occidentale ha abbandonato tutte queste buone pratiche, che noi diamo per scontate, e le ha ritrovate solo negli ultimi 70 anni.

Questa era però solo una prima parte delle attività: avete infatti messo alla prova gli studenti con esercitazioni diversificate in base al loro grado scolastico.

Si, le attività sono state numerose e ognuna di queste era calibrata a seconda delle potenzialità degli studenti e ai loro programmi scolastici. Anche le esercitazioni  finali sono state modulate seguendo questo criterio. Le scuole primarie e secondarie di primo grado hanno seguito una breve formazione sulla scrittura creativa e la realizzazione di pannelli in linea con i principi dell’Interpretazione Ambientale – brevi e accattivanti – e poi hanno elaborato una propri proposta di pannello divulgativo volto a coinvolgere la popolazione e i turisti sul tema delle acque reflue; per le scuole secondarie di secondo grado abbiamo invece deciso di testare le abilità e la creatività chiedendo di svolgere attività più elaborate come sperimentazioni o campagne social, sempre dopo aver seguito una breve formazione.

E quali sono stati i risultati finali?

Nel caso degli studenti più piccoli – elementari e medie – sulla base di quanto svolto con le classi, abbiamo elaborato tre pannelli. Questi verranno posizionati su una struttura mobile che può essere spostata in diversi siti del Comune di Sabaudia. Nella grafica abbiamo inserito disegni e testi creati dai ragazzi nell’ambito delle esercitazioni.


Nel caso degli studenti più grandi, le attività sono state più articolate. Alcune classi si sono cimentate nella costruzione di un piccolo impianto di fitodepurazione con materiali di riciclo, così da capire come le acque reflue possono essere riutilizzate anche in ambito domestico. Le altre hanno invece elaborato una campagna social: attraverso il profilo Tik Tok e Instagram degli studenti e quelli Instagram e Facebook dell’Istituto Pangea sono stati divulgati dei contenuti di colore (come reel o meme) sempre per sensibilizzare all’uso consapevole dell’acqua e al suo riutilizzo.

E infine di tutto il lavoro ne è uscita una pubblicazione?

Esattamente. Dopo l’incontro con le classi abbiamo pubblicato tre fascicoli – un manuale per insegnanti e due quaderni per i ragazzi – entrambi sul tema dell’acqua.
Questi sono andati ad arricchire una collana di dodici fascicoli inerenti ai progetti ambientali realizzati in passato da Labnet Lazio e che oggi sono consultabili sul nostro sito. Ne siamo davvero entusiasti, è stato un lavoro intenso ma molto apprezzato dal territorio, proprio per questo verrà realizzato, in una chiave simile, un progetto sul tema delle acque anche in una scuola del Comune di Latina.

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